Ospedale Mandic, Favini replica: falso che voglio chiudere

«In merito alle notizie pubblicate sul futuro dell’ospedale ‘San Leopoldo Mandic’, ribadisco che mi sono state attribuite affermazioni totalmente false». Così il direttore generale dell’Asst lecco Paolo Favini risponde alle dichiarazioni emerse durante l’incontro avvenuto tra i sindaci del territorio a Merate nei giorni scorsi.

 «È falso che il sottoscritto abbia mai parlato di chiusura dell’Ospedale di Merate e di una sua trasformazione in centro riabilitativo, così come confermato dai Primari riunitisi – ha aggiunto – Non è mai stato nelle intenzioni di questa Direzione attuare una strategia di questo tipo e comunque una trasformazione in tal senso non sarebbe neppure nelle competenze della Direzione Strategica. Essa andrebbe studiata e disegnata sotto l’egida della DG Welfare passando anche da un percorso con ATS. Ribadisco che mai questa strada è stata da me intrapresa. Nell’incontro con i Primari del 18 ottobre ho nuovamente delineato la mia visione di messa in sinergia di tutte le capacità professionali del presidio potenziando l’approccio multidisciplinare che esita non in una riduzione di attività e competenze ma al contrario in un incremento di valore e di qualità dell’assistenza offerta ai cittadini: quindi non chiusura nè downgrading, ma un disegno organico e di prospettiva del futuro del ‘San Leopoldo Mandic’”.

Favini ha convocato nella mattina odierna i Primari dell’Ospedale “San Leopoldo Mandic” per un chiarimento relativamente a quanto comunicato agli stessi nella riunione di mercoledì 18 ottobre.

Il Direttore, in apertura della riunione odierna, si è preoccupato di comprendere se nell’incontro precedente non fossero state fraintese le sue parole sul futuro del Mandic come intenzione di una chiusura e trasformazione in una struttura riabilitativa. «Tutti i Primari dichiarano di aver ben inteso il senso dei pensieri e delle parole del Direttore Favini – ha concluso – La struttura di Villa Beretta è stata citata solamente come esempio di eccellenza sul territorio. Mai si è parlato di chiusura del presidio meratese nè di una sua eventuale trasformazione in struttura di riabilitazione»