Cardiologia a Merate, interventi innovativi

Intervento innovativo in Cardiologia alla Struttura Complessa di Cardiologia dell’Ospedale “San Leopoldo Mandic”. In questi giorni sono stati trattati tre pazienti (due uomini rispettivamente di 49 e 62 anni ed una donna di 80) con nuove procedure di ricanalizzazione di arterie coronariche cronicamente occluse. In contemporanea sono stati acquisiti un nuovo sistema di ecografia intravascolare, l’apparecchiatura per l’aterectomia rotazionale ed il sistema per la litotrissia intravascolare (Shockwave). 

“Ringrazio Stefano Maggiolini e il suo staff per l’introduzione, nel reparto di Cardiologia del San Leopoldo Mandic, di questa importante metodica. L’acquisizione del sistema di ecografia intravascolare consente al presidio meratese di avvalersi di una strumentazione diagnostica necessaria per il trattamento di queste patologie”, ha detto Paolo Davoni direttore di Asst.

“Come da indicazioni della Direzione Generale, prosegue la riorganizzazione le differenti attività interventistiche nei due presidi, tramite l’ottimizzazione dell’utilizzo delle sale di emodinamica dipartimentali (Lecco e Merate). Anche in questa occasione la sinergia tra i colleghi di Lecco e di Merate (in particolare del Dottor Pera, del Dottor Cantù e del Dottor Tiberti) ha portato a risultati eccellenti – ha aggiunto Giovanni Rossi, Direttore Dipartimento Area Toraco-Cardio-Vascolare ASST Lecco – Ricordo, inoltre, che è in corso un’ulteriore implementazione dell’attività interventistica con procedure di tipo strutturale, come la chiusura percutanea del forame ovale, del difetto interatriale e dell’auricola, procedure da tempo consolidate nel Dipartimento Cardio Vascolare e che coinvolgono anche gli operatori ecografisti, attualmente in via di formazione”.

“L’occlusione coronarica cronica (CTO) è, per definizione, un’occlusione totale del vaso coronarico, non acuta e presente da almeno tre mesi. Tali lesioni vengono riscontrate, spesso occasionalmente, in una percentuale che varia dal 15 al 25% dei pazienti con malattia coronarica sottoposti a coronarografia. Risultano quasi sempre accompagnate alla presenza di circoli collaterali che, pur mantenendo parzialmente perfuso il miocardio a valle dell’occlusione, non riescono a garantire una sufficiente perfusione e prevenire quindi l’ischemia durante lo sforzo. Queste lesioni possono di conseguenza essere causa di sintomatologia anginosa, di limitazione funzionale, di aritmie cardiache e di riduzione della forza contrattile cardiaca – ha spiegato Stefano Maggiolini, Direttore Cardiologia Ospedale “San Leopoldo Mandic” Merate In presenza di indicazione clinica, la riapertura con angioplastica ed impianto di stent di una coronaria cronicamente occlusa determina la risoluzione dei sintomi, può portare un miglioramento della funzione cardiaca ed in alcuni casi determinare anche un miglioramento della sopravvivenza.  Il trattamento delle lesioni occlusive è comunque molto complesso e spesso gravato da serie complicanze che hanno un’incidenza sensibilmente superiore rispetto alle procedure su vasi non occlusie devono essere eseguite da operatori esperti”.