Virginio Brivio dice basta ed esce dal Pd

Terremoto in casa del OPd Lecchese. Virginio Brivio, ex sindaco ed ex presidente della Proincia di Lecco si è dimesso dalla direzione provinciale del PD e dal direttivo del circolo di Valmadrera. I motivi li ha spiegati in una lettera indirizzata al segretario Provinciale Manuel Tropenscovino, al presidente dell’assemblea provinciale e al coordinatore del circolo di Valmadrera-Civate-Malgrate che qui riportiamo per intero. .

«Di fronte ai ripetuti attacchi, alle mistificazioni e banalizzazione di elementi oggettivi che hanno caratterizzato la mia esperienza amministrativa al Comune di Lecco portate avanti da una parte della Giunta e della maggioranza, dal segretario cittadino e da altri autorevoli esponenti del PD, al “silenzio” dei vertici provinciali, non posso che amaramente prendere atto che devo confrontarmi sempre più, se non “difendermi”, anzitutto con la diffidenza ed i pregiudizi di alcuni colleghi di partito e di maggioranza – ha scritto – E cercare di farlo recuperando una serenità ed esercitando una libertà di pensiero e di azione che il ruolo, pur modesto, di responsabilità nel partito mi impediscono.

A differenza di quanto si dice, e nel quale confidavo, il PD locale è infatti sempre meno una comunità politica, ma un organismo avvitato su un consenso acritico di breve periodo all’amministrare fine a se stesso e alla “devozione” ai vertici istituzionali e di partito del momento, “piegando” allo scopo anche la ricostruzione di fatti e scelte precedenti e attuali.

E non mi riferisco alla necessaria  dialettica e un confronto anche franco ed intenso  su scelte in discontinuità più che legittime, anzi doverose, nel normale avvicendamento di governo.

Ma alla pratica sistematica  di buona parte degli  amministratori e vertici cittadini del PD di  non approfondire ragioni e condizioni di scelte (es. realizzazione ultimo lotto del Tribunale), a illazioni fatte in sedi e dichiarazioni ufficiali e non di danni economici attuali o potenziali ( nel caso ad esempio si fosse dato corso a realizzare il nuovo municipio in Via Marco d’Oggiono – da ultimo intervista Sindaco su La provincia del 18/3 –  o l’Ostello) o interessi di chissà quale specie portati avanti nel corso degli anni (vedi recente vicenda area demaniale a Rivabella  e la nota in merito  agli iscritti  diffusa sabato 18/3 dal segretario cittadino, che si aggiunge alle ricostruzioni  “parziali” di alcuni assessori nel corso ed a margine del Consiglio Comunale del 13/3).

Con queste sofferte dimissioni avrò anche modo, nel caso, di spiegare ai cittadini meglio e con più “libertà” il senso di alcune scelte di allora e soprattutto il contesto e la condivisione pressoche’ totale e la coralità delle stesse (sovente ben oltre il confine della maggioranza politica che presiedevo), oltre che l’istruttoria tecnica che le hanno precedute.

Ciò anche a fronte della “personalizzazione” nella ricostruzione delle stesse che artificiosamente, per fini di tattica politica contingente di mettere a tacere con ogni modo una parte della minoranza, viene portata avanti dalla maggioranza (sembra ormai nell’immaginario che il sindaco del decennio passato sia stato Valsecchi Corrado ed Appello per Lecco il partito di maggioranza: mentre tutte le scelte compreso eventuali “sbagli” li abbiamo fatti insieme).

Ricordo  di aver dato nel corso di questi anni disponibilita’ alla condivisione delle informazioni e confronto al Sindaco ed ai responsabili del  partito, anche su loro richiesta (in particolare a inizio 2022 al Segretario Marelli per vicenda sede comune e Tribunale, al nuovo segretario provinciale e capogruppo al momento delle  loro nomine sempre lo scorso anno…): ma nulla nel merito è seguito.

Faccio con dispiacere questo passo in un momento di  promettente rilancio dell’azione del partito che le recenti primarie hanno innescato, augurandomi che il prossimo percorso congressuale nel territorio lecchese  sia occasione anche per noi di schietto  confronto sui modelli di partito ed elaborazione di  linee di riferimento di azione, senza ipocriti unanimismi invocati in  partenza (che è cosa diversa dell’unità da esercitare  a congresso concluso e classe dirigente scelta).

Non mi resta insomma che questa scelta: per una coerenza con la mia storia politica e per rispetto a  tutte le persone che con me hanno lavorato insieme, con passione e onestà, ad amministrare la nostra città in anni difficilissimi.