Manzoni, Lecco ignorata nelle celebrazioni con Mattarella

Per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni il Presidente Mattarella ha visitato la casa milanese del grande padre della letteratura e la tomba al famedio di Milano, ma ha ignorato del tutto Lecco e il lecchese. Se pensiamo che non solo Manzoni ha ambientato i Promessi Sposi all’ombra del Resegone, ma ha studiato presso i Padri Somaschi a Merate (quella che è oggi la scuola media Manzoni appunto, ndr), il rammarico per noi che qui viviamo e per la città è stato palpabile.

Questa è una nostra opinione, alla quale, politicamente ha fatto eco la rimostranza del consigliere capogruppo di Appello per Lecco Corrado Valsecchi:

«Per la stima e l’affetto che ho per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non posso sottacere il disagio che ho provato, durante le celebrazioni milanesi e il tour fatto nella città capoluogo della regione, nell’apprendere che Lecco è stata completamente ignorata – ha scritto il consigliere – Evidentemente i milanesi sono più bravi di noi, la mia amica Anna Scavuzzo, vicesindaco di Milano ha gestito sicuramente con maestria la visita del Presidente, ma spiace che Lecco sia stata tagliata fuori da tutti i canali celebrativi e di comunicazione».

Cosa è mancato alla città?

«Manzoni è sicuramente un milanese, nessuno sostiene il contrario, ma celebrando Manzoni, cosa che Mattarella ha fatto, si rende omaggio al suo principale capolavoro letterario e tutti sappiamo dove il racconto e la narrazione dei “Promessi Sposi” hanno trovato ispirazione – ha aggiunto –
Finisco qui, non ho nessuna intenzione di criticare il Presidente che evidentemente è andato dove l’hanno invitato, spiace solo di aver perso una grande occasione, una inderogabile necessità di far rete sugli eventi celebrativi di questa importanza».

Valsecchi: forse l’amministrazione vuole fare tutto “in casa”

E poi un attacco all’amministrazione lecchese dalla quale si attende una risposta: «Forse qualcuno pensa che facendo da solo le iniziative riescano meglio, ma questa velleità non solo è disarmante ma anche controproducente. Si rischia di fare le cose da soli, ma di essere ininfluenti, ignorati e con un pacchetto di proposte ritenuto evidentemente inadeguato considerata la poca attenzione che si riceve».