Disagio giovanile: fondamentale lavoro sinergico delle istituzioni

Dopo il via libera del CdM al “Decreto Caivano”, il quale prevede una stretta sulla criminalità minorile che inasprisce una serie di misure come l’arresto in flagranza, la custodia cautelare, il criterio di pericolo di fuga, sanzioni amministrative in casi di minore gravità ed un percorso di rieducazione lavorativa e sociale, Regione Lombardia apre oggi l’avviso pubblico destinato alle ATS per interventi educativi di inclusione sociale rivolto a preadolescenti, adolescenti e giovani. Sette milioni di euro per la misura ‘#up – percorsi per crescere alla grande’, a sostegno delle famiglie ed in particolare a favore dei nuclei in cui sono presenti giovani in condizione di disagio. I destinatari della misura sono i preadolescenti, adolescenti e giovani tra gli 11 e i 25 anni, residenti in Lombardia, che manifestano una o più condizioni di disagio, psicologico ed evolutivo, come ad esempio relazioni familiari problematiche, eventi di vita stressanti, disturbi alimentari, devianza e coinvolgimento in gruppi a rischio, problemi di dipendenza o buso di alcool droghe e gioco d’azzardo. Tra il 2019 ed il 2023 questa misura ha permesso di finanziare percorsi rivolti a 1558 adolescenti e giovani, dei quali il 53% rappresentato da uomini ed il 47% da donne. La fascia di età maggiormente coinvolta è quella degli adolescenti 13-17 anni (66% dei destinatari), seguita dalla
fascia 18-22 anni (29%). I destinatari appartengono per il 30% ad un nucleo familiare vulnerabile.
Con il nuovo avviso, viene estesa la platea ai preadolescenti dagli 11 ai 13 anni.
Sull’argomento interviene il Consigliere Regionale lecchese, Giacomo Zamperini, componente
della Commissione IX che si occupa di sostenibilità sociale.
«Da una parte ha fatto molto bene il Governo Meloni ad intervenire per arginare il proliferare di bande criminali giovanili, dimostrando inflessibilità verso la delinquenza di alcuni minori, spesso di origine straniera, che vanno arginati prima che sia troppo tardi, come anche riconosciuto dal Procuratore Generale presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli, Maria De Luzenberger. Bisogna smetterla di minimizzare il problema e confondere il disagio giovanile con la delinquenza. Chi sbaglia, anche se giovane, deve pagare. Una soluzione positiva e risolutiva può arrivare solo attraverso il lavoro sinergico delle istituzioni ai vari livelli, così come degli ambienti educativi, come scuola e famiglia, al fine di dare risposte concrete alla cittadinanza ed al contempo ai ragazzi stessi, onde evitare che la situazione degeneri ulteriormente.» Commenta Zamperini.
«Dall’altra parte, seguendo questo ragionamento, Regione Lombardia sta facendo la sua parte intervenendo contestualmente a sostegno del disagio giovanile con questa misura da ben sette
milioni di euro, dimostrandosi ancora una volta attenta al tema della prevenzione e schierandosi al
fianco delle famiglie, anche quelle più in difficoltà. È fondamentale investire sulla responsabilizzazione dei ragazzi e delle loro famiglie attraverso percorsi per il supporto alla genitorialità ed un approccio positivo non necessariamente punitivo. Questi sono strumenti utilissimi per mettere un freno a quella che a tutti gli effetti è una vera e propria emergenza generazionale.», conclude il consigliere regionale Giacomo Zamperini.