Bilancio previsionale, la maggioranza rivendica la scelta politica

«Abbiamo fatto delle scelte puramente politiche: abbiamo deciso di ritoccare le entrate per dare la possibilità ai cittadini lecchesi di continuare ad usufruire dei servizi alla persona di alto livello ai quali sono abituati». Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ha deciso di rivendicare pubblicamente le scelte compiute in redazione del Bilancio di Previsione 2023 e lo ha fatto convocando un incontro con l’assessore Roberto Petrobelli e con i capigruppo di maggioranza in Consiglio comunale.

Il Sindaco ha poi specificato: «Dobbiamo essere consapevoli che i servizi che la città offre sono di alta qualità e sono tanti e coprono numerosi bisogni, in questo senso la scelta di aumentare l’addizionale irpef è coerente ed è spiegata ai cittadini perchè i costi vanno ad impattare su quegli stessi bisogni così come gli aumenti dell’energia e l’inflazione. Se una amministrazione deve attuare dei tagli e aumentare le imposte, sa di fare una scelta impopolare, e non la faremmo se non ce ne fosse bisogno reale, ma abbiamo scelto di essere totalmente trasparenti.

L’addizionale Irpef ai massimi passa a +0,80% per tutti, tranne che per il 40 per cento della popolazione lecchese che ha esenzione e anzi la soglia di esenzione passa da 15 mila a 16 mila euro lordi annui. «Il vero aumento va da 8 a 15 euro al mese a persona percettore di reddito secondo la fascia, sono cifre oneste», ha aggiunto Gattinoni che ha ribadito di aver già comunicato la scelta lo scorso 6 dicembre in occasione del discorso di San Niccoò e quindi in tempi non sospetti. La scelta è stata poi dettata da quel milione e mezzo più di spese per le utenze del Comune che non si possono ridurre.

Pietro Regazzoni, capogruppo dei Dem ha aggiunto: «Le scelte sono solo politiche: abbiamo deciso di non rinunciare ai 160 mila euro del servizio “ti porto io”, un servizio che alle famiglie costerenne 220 euro all’anno a bambino; l’altro è il post scuola, molto importante per le famiglie, e un’altra spesa corrente irrnunciabile è la sicurezza e la videosorveglianza che costa 120 mila euro»

L’opposizione è insorta, dopo la decisione di aumentare l’Irpef, accusando il Comune di aver maturato un “buco” in bilancio, ma la maggioranza non ci sta e spiega.

Alessio Dossi di Ambientalmente precisa: «Non c’è nessun buco perché il buco è previsto solo con il consuntivo di un bilancio e non con quello preventivo – ha detto – Mantenere questi servizi è la cifra di un’amministrazione di sinistra, e tagliare le spese ai servizi sociali, come hanno detto dall’opposizione, è assurdo per noi. Peraltro il 40% lecchesi è in fascia di esenzione quindi aumento è per un lecchese su due; senza dimenticare che gli aumenti sono dovuti ad un aumento dell’energia e dell’inflazione e che sono nazionali»

Matteo Ripamonti capolista di Fattore Lecco ha proseguito: «Bisogna mettere in evidenza come le difficoltà sono di tutti i comuni e bosogna andare a ritroso nel Percorso faticoso e coerente che abbiamo fatto: da una prima previsione di 68 milioni, siamo arrivati a 64, ed è stato un lavoro per vedere quali erano spese incomprimibili (esempio l’accordo con le scuole paritarie da 200 mila euro), poi i costi da non comprimere; solo alla fine, quando scoperto il disavanzo (entrate 61 milioni), abbiamo deciso come fare ad aumentare le entrate,  cosa che ha fatto ogni capoluogo provincia lombardia».

Alberto Anghileri di Cambia Lecco ha aggiunto: «La maggior parte dei lecchesi preferisce spendere 10 euro in più per i servizi, piuttosto che non averli. Nella nostra amministrazione non ci sono sprechi, ma dobbiamo far fronte all’aumento delle bollettte, pensiamo all’illuminazione che ciosta oltre 500 mila euro. La scelta è complicata ma doverosa».

Da parte sua l’assessore Petrobelli si è appellato ai numeri e ai conti e ha dato una spiegazione coerente a tutto. «Non solo non esiste un buco, ma nemmeno una spesa fuori controllo – ha detto – La differenza di circa 3-4 milioni tra la richiesta di spesa da parte degli uffici e le entrate previste che c’è sempre stata, prima veniva ripianata utilizzando gli oneri di urbanizzazione e con il 10% dell’avanzo di amministrazione, ma oggi è diverso. Lo Stato consente di usare oneri di urbanizzazione e avanzi solo per la parte di investimenti e non di spesa corrente, per quella solo le entrate tributarie e i trasferimenti dalla Regione. Ci sono poi i fondi crediti di dubbia inesigibilità che – a casa del covid e con il blocco conseguente delle cartelle – non sono entrati e quindi hanno provocato un rallentamento. Così quei fondi ammontano a quasi 4 milioni di euro e solo col tempo rientreranno e verranno usati per la spesa corrente. Ecco cosa è successo!»

Quindi x ridurre la spesa cosa ha fatto la Giunta Gattinoni? «Facciamo molto – ha aggiunto l’assessore al bilancio – ma facciamo qualcosa che avrà risposte solo nel tempo; ad esempio con il finanziamento dei progetti riqualificazione energetica nelle scuole e negli stabili comunali e il finanziamento della parte digitalizzazione del PNRR, avremo un risparmio non solo di energia e spese di energia ma anche nell’utilizzo del personale».

Per ora dunque oltre all’aliquota Irpef dello 0.80% gli aumenti riguardano le tariffe dell’ asilo nido + 4,8% per buono pasto e retta (ma l’utente paga 29% il resto comune e regione), aumento dell’uso degli Impianti sportivi , dei centri ricreativi , di musei, mostre e teatri con relative scontistiche e agevolazioni per le associazioni, poi aumento dei Servizi cimiteriali. Ci sarà un rallentamento di alcune opere non iurgenti che verranno recuperate in autunno con l’avanzo: meno 250 mila asfaltature, meno 370 mila euro per la cultura in estate. A fronte di solo 429 mila euro di alienazioni di terreni fontane e nessuno stabile per ora.