Rusconi a Valmadrera: «La memoria della storia contro il pericolo della retorica»

Il Primo cittadino di Valmadrera, Antonio Rusconi, ha celebrato “i riti” dedicati alla 78esima Festa della Liberazione dal Nazifascismo. Dopo la Santa messa celebrata da don Egidio Casalone si è tenuto l’alzabandiera con l’ inno nazionale presso il cippo degli Alpini. Sono intervenuti tanti insegnanti e alunni delle scuole cittadine.

“Vorrei dare inizio a questa celebrazione ufficiale ringraziando tutti i presenti, il Corpo Musicale Santa Cecilia, l’ANPI, gli Alpini, l’Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in guerra, le scuole, con il saluto autorevole che il Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio impegnato nelle celebrazioni di Lecco, ha voluto inviare ai Sindaci.
«Il pericolo maggiore di ogni celebrazione è la retorica – ha detto Rusconi – Ma il rispetto della verità, con approfondimenti che non si devono temere, non significa oblio. E il significato del 25 aprile del 1945 non può essere in alcun modo dimenticato perché esso ha rappresentato per l’Italia, la svolta storica posta a fondamento della Repubblica, di una nuova dignità internazionale, di una Costituzione che resta valida nella sua impostazione di fondo».

Il sindaco ha poi ricordato i morti della Resistenza: «Né va dimenticato che la Resistenza è stata una risposta di alta responsabilità civile e politica al caos dell’8 settembre 1943 che coinvolse, insieme alla monarchia, istituzioni allo sbando ricostruite nell’onore e nella credibilità internazionale dell’Italia dalla mobilitazione partigiana. Per questo va anche ricordato, insieme alla lotta partigiana, il notevole contributo di interi reparti delle Forze Armate, con oltre 25 mila morti, che trovandosi all’estero, dalla Jugoslavia alla Grecia, da Cefalonia alla Corsica, hanno condotto azioni regolari contro i tedeschi». Ha poi ricordato il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi che nel 1946 decise di istituire la festività del 25 aprile quale Festa nazionale.
Per sottolineare l’importanza e l’unitarietà di questa cerimonia il Comune di Valmadrera, in particolare l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato all’Istruzione, ha voluto evidenziare l’importanza di parlare ai più giovani del valore del 25 aprile con diverse iniziative il 26 aprile, presso il Centro Culturale Fatebenefratelli alle ore 20.30 con la Parrocchia di Valmadrera e la
Fondazione Ambrosianeum, verrà proiettato il docufilm “Storie di ribelli per amore -Don Giovanni Barbareschi, il coraggio della resistenza milanese” e giovedì 27 aprile alle ore 18.00, grazie alla collaborazione tra l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in guerra e la Scuola media, verrà messo in scena dagli studenti, con Alberto Bonacina, lo spettacolo “Ballata per sette Fratelli”, in ricordo della famiglia Cervi. Infine mercoledì 10 maggio alle ore 20.30, sempre al Centro Culturale Fatebenefratelli, verrà proiettato il docufilm “Potenti in fuga”, prodotto da ANPI Lecco.
Infine il sindaco a ricordato Liliana Segreche aveva notato che, «come disse Piero Calamandrei, la Costituzione non è un pezzo di carta ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre 1943, ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Mi auguro che il 25 Aprile sia la festa di tutti gli italiani e non di una sola parte».

Infine un riferimento ai campi di concentramento e alla Memoria dell’Olocausto.
«Rincuora vedere che migliaia di ragazze e ragazzi danno vita ogni anno a questa marcia.
Quest’anno ci accompagnano in questa esperienza indimenticabile due sorelle italiane sopravvissute agli orrori di Birkenau: Tatiana e Andra Bucci. Con loro, giovani studenti del mio Paese – ha aggiunto Rusconi – A Tatiana e Andra va il ringraziamento di noi tutti. Oggi più che mai, nel riproporsi di temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni ‘30 del secolo scorso con l’infuriare dell’aggressione russa all’Ucraina, la Memoria dell’Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso. L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli. Cari sopravvissuti, care ragazze e cari ragazzi, autorità, oggi è il giorno dello Yom HaShoah, la giornata del Ricordo dell’Olocausto. Ricordare è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince.
E oggi ricordare, sottolineare che il 25 aprile non è un ponte lavorativo o scolastico, ma la memoria del sacrificio di soldati, partigiani, donne, carabinieri, sacerdoti, di azionisti, comunisti, cattolici e liberali che accettarono una morte ingiusta perché credevano in un’Italia migliore e alla pace: quella pace che noi invochiamo per il popolo ucraino, per il Sudan, per tutti i territori dove la voce di Caino ha ancora il sopravvento».