Trezzi sul Bione: “Non hanno un piano B”

Dopo la commissione svoltasi in Comune ieri sera, con tema centrale il nuovo palazzetto del Bione, l’opinionista lecchese Paolo Trezzi ha espresso la sua sui social.

“Il problema vero, la zavorra che ti lega mani e piedi è che se fai una Campagna elettorale basata pienamente su promesse da tanti soldi, sapendo già che non si hanno, può solo venirti incontro come un miracolo a salvarti un carico strapieno di sacchi di euro come lo è stato il Pnrr, 50 milioni che nemmeno a immaginarli, così da poter nascondere presa in giro e inganno. Ma per il Bione non ve ne sono.

Quando una Campagna elettorale è basata pienamente su parole ridondanti come Piattaforma, e le leghi a Piani d’Erna, Piccola e Lungolago e queste nel concreto sono parecchio un abbaglio – quella dei Piani d’Erna non se ne parla più; La Piccola, che è la più concreta, ha un Bando che tranne aprire un sexy shop si può far quasi altra cosa con un affitto ridicolo pur di trovare un gestore che apra prima delle elezioni; Il Lungolago 10.0 che doveva essere 10 Km di esperienze è diventato una pista ciclabile e 300 metri di ristrutturazione poco più che ordinaria e grazie appunto solamente ai soldi del Pnrr – ecco che il Bione diventa il tuo guscio di noce e mollica nel lago della propaganda e disperazione.

Bisogna farlo nuovo ma non si hanno i soldi. E nemmeno un Piano B reale dalla proposta presenta dalle Aziende private, già ulteriormente rivista al ribasso di opere e servizi per cittadini e sportivi.

Come le carte su un tavolino nei mezzanini delle metro sono infatti comparse e scomparse a turno più volte la Club house, la Piscina esterna, i carotaggi, i Bandi che andavano deserti, i campi sintetici e una tribuna non solo per i famigliari degli atleti

E così è un attimo che il mega centro da 35 milioni poi di corsa diventa – togli questo e togli quest’altro e questo lo pagate voi e questo dobbiamo proprio pagarlo noi? – di 20 milioni e tutto perché non c’erano e non ci sono soldi nelle casse comunali per pagare la conseguente rata a impresa e gestori.

E così dopo un po’ di manfrina, dateci ancora un mese, la Commissione di ieri ha dovuto svelare il trucco: Non c’è un reale Piano B e non ci sono soldi, ma ci sono le elezioni e il Bione deve essere pronto in tempo e son già stati pure imbucati gli opuscoli di propaganda “La Città che cresce”.

Risultato: la proposta per il Nuovo Bione alla fine verrà approvata in Giunta perché non ne hanno un’altra e non hanno tempo per rimediare a un altro flop da depennare dal pieghevole.

Si prevedono altre parole ridondanti per giustificare la scelta e silenzio sul rischio di altre nuove tasse. Altre”

Paolo Trezzi