Tetto di deducibilità fiscale dell’auto: l’appello della Fnaarc

Anche il presidente degli agenti di commercio di Confcommercio Lecco, Andrea Secchi, ha sottoscritto la lettera inviata da Alberto Petranzan (presidente nazionale della Fnaarc, la Federazione degli agenti e rappresentanti di commercio aderente a Confcommercio) alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per richiamare l’attenzione su un tema ormai annoso per i 210.000 agenti e rappresentanti di commercio, consulenti finanziari e agenti in attività finanziaria italiani: quello del tetto di deducibilità dell’auto.
“Come Fnaarc Lecco siamo a fianco di questa iniziativa promossa dal nazionale  per ottenere #piùdeducibilità, come recita l’hashtag di riferimento dell’iniziativa: l’automobile è il bene strumentale principale per svolgere la nostra attività ed è da considerare al pari di un ufficio – chiedendo spiega Andrea Secchi, presidente Fnaarc Confcommercio Lecco – Quello della fiscalità dell’auto rappresenta un tema di primaria importanza per gli agenti e rappresentanti di commercio che percorrono in media oltre 60.000 km all’anno. Si tratta di una battaglia fondamentale per la nostra categoria contro un limite che, dal 1986, non è più stato aggiornato, ma solo convertito in 25.822 euro, cifra anacronistica rispetto agli
attuali valori di mercato delle automobili nuove. Come giustamente evidenziato da Fnaarc, i prezzi delle auto, infatti, sono raddoppiati negli ultimi 20 anni, con un aumento del 44% solo nell’ultimo decennio. Ecco perché chiediamo l’aggiornamento dei limiti di deducibilità in occasione della stesura della Legge di Bilancio 2024”. 
Come evidenziato nella missiva il massimale di deducibilità non permette, inoltre, alla categoria degli agenti e rappresentanti di commercio di contribuire alla transizione ecologica poiché il prezzo medio di acquisto di un’auto nuova elettrica è di molto superiore a tale cifra: “Come richiamato in modo esplicito dal presidente Petranzan, chiediamo la possibilità di acquistare macchine sicure e confortevoli, ecologiche, capaci di sostenere le nostre percorrenze. Con gli aumenti dei costi per la mobilità, l’inflazione e la transizione ecologica, non possiamo più aspettare: chiediamo un fisco giusto ed equo anche per la
nostra categoria”.