Sentiero Valle della Nava, il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

il Consiglio di Stato ha dato piena ragione al Comune di Casatenovo nella controversia legale che lo contrappone dal 2015 alla proprietà S. Maria di Quattrovalli in relazione alla fruibilità del sentiero della Valle della Nava.
La controversia, avviata dal privato nell’agosto del 2015 contro l’ordinanza del Comune che imponeva alla proprietà di liberare il sentiero di fondo valle impedito al passaggio attraverso una recinzione, aveva già visto il Tar dare ragione al Comune nel 2017, al primo grado di giudizio.
Ora anche il Consiglio di Stato si esprime in favore della piena restituzione di un percorso escursionistico da sempre fruito dalla cittadinanza e dalle associazioni del territorio, e di ulteriori due percorsi interni alla proprietà e da sempre fruiti dalla cittadinanza.

L’appello della proprietà S.Maria in Quattrovalli è stato respinto in toto, con condanna di quest’ultima al pagamento del compenso del verificatore e di un concorso spese a favore del Comune.
«Come Amministrazione abbiamo sempre sostenuto con convinzione il principio di libera fruizione dei sentieri del nostro territorio, sostenuti in questo dai cittadini e dalle tante associazioni che hanno contributo partecipando alla manifestazione pubblica del 2015 e successivamente fornendo materiali e documentazione a supporto della nostra tesi – ha spiegato il vicesindaco Comi – i sentieri devono essere percorribili liberamente. Sono convinta che risultato di oggi sia merito di un lavoro di una comunità, un impegno in cui non siamo mai stati soli, ma sempre affiancati dalle realtà del territorio che hanno mantenuto alta l’attenzione in una vicenda giudiziaria durata 8 anni.
Avendo seguito la vicenda dall’inizio, portandola anche all’attenzione di Regione Lombardia in un’audizione durante i lavori per la stesura della legge sulla Rete escursionistica, sono lieta che questa sentenza possa istituire un precedente a cui poter fare riferimento. Ora è necessario che su questo tema si faccia un passo avanti anche dal punto di vista legislativo, la nostra esperienza ci dice che la difesa dei percorsi è una difesa che deve fondarsi sulla fotografia dell’esistente, sulla realtà di itinerari che ormai rientrano nei documenti di assetto e programmazione urbanistica».

Ha poi concluso: «L’impegno deve essere quello di conciliare le esigenze legittime delle proprietà private con il principio di libera fruizione dei sentieri che hanno oggi una funzione nuova, conseguenza di una trasformazione della nostra società, una trasformazione del lavoro e della vita che ha portato ad un’evoluzione della sensibilità verso l’ambiente naturale e verso il paesaggio
intesi come patrimonio e beni comuni da preservare e di cui godere».