Paolo Trezzi espone dubbi sulla gestione del Lecco in serie B

“Il Lecco è tornato in B dopo mezzo secolo ma dalle seconde dichiarazioni istituzionali pare che sia, nei fatti, una disdetta. O, almeno, un problema.

Ci si aspettava almeno per entusiasmo una chiara e netta dichiarazione di conferma dell’immediatezza e certezza dei lavori per poter vedere le partite casalinghe allo Stadio di Lecco e non casalinghe nello stadio di qualcun altro e invece Gattinoni, almeno ad una testata locale, purtroppo, ha detto, nemmeno troppo tra le righe, tutt’altro.

È riuscito a cogliere le potenziali e residue problematiche piuttosto che i concreti e ampi vantaggi. Turistici, sportivi, economici, visibilità.

Adesso che sta raccogliendo soldi privati per il Teatro liberando risorse pubbliche già per quello destinate, li usi per far tutto quello che serve, ora, subito, chiaramente. O ne trovi degli altri, in fondo voleva comprare una Sede che non serviva per 30 milioni.

Metta la palla in rete ed eviti le simulazioni e tantomeno gli autogol e ringrazi dell’occasione.

Perché al posto di dire come ha detto:

“Giocare in città – al di là dei lavori di adeguamento del Rigamonti-Ceppi, che tecnicamente sarebbero anche fattibili ma comunque richiederebbero costi non indifferenti – implicherebbe la necessità di rispettare una serie di regole in termini per es. di pre-filtraggio dei tifosi, che sono pensate più per luoghi periferici che per realtà come la nostra, che vede a poche centinaia di metri dallo stadio scuole e supermercati.

È chiaro che il desiderio di tutti sia quello di continuare a giocare qui, ma dobbiamo essere anche consapevoli delle caratteristiche e dei limiti – così come delle ricchezze – della città.

Eviti una retrocessione di consensi oltre già a quella di credibilità.

Dica che adeguamenti e logistica si faranno e il Lecco giocherà a Lecco”.