Mandello del Lario piange Adriana Pasut: memoria storica e staffetta partigiana

Adriana, a 19 anni nel 1943, rischiava le torture e la vita per portare cibo ai partigiani a Introzzo.

Giovanissima fu staffetta partigiana. L’ANPI Lario orientale, unitamente al Comitato Provinciale di Lecco, piange Adriana Pasut, vedova Maggi, mancata quest’oggi a 98 anni.

Il commiato di Roberto Citterio

«Sorella di Domenico, uno dei martiri della Resistenza fucilato dai fascisti a Fiumelatte, Adriana, che aveva 19 anni nel 1943, quando a Introzzo rischiava le torture e la vita per portare cibo ai partigiani sulle nostre montagne, ci ha lasciato un ricordo recentissimo quando, in occasione dei miei auguri per il 25 aprile di quest’anno, mi chiese di ricordare nel mio discorso alla manifestazione di Dervio, un suo ricordo particolare» afferma Roberto Citterio, narrando dell’abbracciato scambiato tra la donna e la moglie di uno dei fascisti che uccisero suo fratello. Un gesto di perdono compiuto «perché, mi disse Adriana, i partigiani non combatterono per spirito di vendetta, ma per ideali di libertà e di giustizia sociale».

L’ultimo saluto ad Adriana, simbolo femminile della Resistenza

Il Comitato Provinciale di Lecco e la Sezione Lario Orientale saranno presenti alle esequie che si terranno venerdì 30 settembre alle ore 14.30 nella Chiesa Arcipretale di San Lorenzo a Mandello del Lario, dove viveva. «Tuttavia, ricorderemo Adriana con le nostre attività e le nostre lotte quotidiane, in nome di un antifascismo che, ancora in quest’ultima campagna elettorale, è stato troppo spesso trattato come un retaggio del passato» affermano Citterio e il Presidente provinciale Enrico Avagnina. «La realtà è che non solo la democrazia è un bene mai acquisito per sempre, ma troppo spesso in Italia ritornano fantasmi di intolleranza verso chi è debole, diverso (per razza, religione, abilità fisica, tendenza sessuale e altro), non allineato a presunti valori “tipici” del popolo italiano. Tutti atteggiamenti che, la storia ci insegna, sono stati il presupposto culturale del fascismo. Vogliamo, infine, evidenziare come Adriana ben si inserisca in quel dibattito e quegli studi, resi più vivaci in questi ultimi anni, sul ruolo delle donne della Resistenza, spesso dipinto come di mero supporto quando, invece, con una costante attività non sulle montagne ma nei paesi e nelle città, vicine agli invasori nazisti ed ai traditori fascisti, rischiavano ben oltre la morte in battaglia». Adriana Pasut lascia i figli Nikos con Viviana e Eros con Elena nonché le nipoti Martina e Arianna.