Lucio Battisti, i suoi anni a Molteno e lo strappo con la città

Uno dei più grandi cantautori e cantanti della nostra storia musicale oggi, 5 marzo, avrebbe compiuto 80 anni. Purtoppo un male terribile, un linfoma, se l’è portato via, il 9 settembre 1998.

Nasce a Poggio Bustone, Rieti, ma dopo aver girato l’Italia, si stabilisce a Milano in una casa in zona Città Studi con la moglie Maria Grazia Veronese, a fine anni 60. Poi, lui che ha un carattere schivo e selettivo nelle amicizie, decide di ritirarsi in un luogo più piacevole, ma vicino alla città. Nel 1973 l’amico di sempre Giulio Rapetti in arte Mogol, autore dei testi delle sue più celebri canzoni, ha l’occasione di di acquistare due ville confinanti sulla collina di Molteno, tra Lecco e Como. Il posto a Lucio piace e così si trasferisce.

La villa in collina a Dosso di Coroldo è in una residenza chiusa con portineria e un grande parco. Secondo i testimoni dell’epoca la casa è sobria ma piena di quadri d’autore di pop art e molto luminosa. Lucio conduce una vita ritirata: ama i viaggi, frequenta pochi amici, ascolta musica classica, dipinge, ama vedere film in televisione, si dedica al giardinaggio, detesta i giornalisti e i finti amici “interessati”. Insomma quello di Molteno è il suo buen retiro e qui nessuno lo stressa con autografi e richieste in ogni momento.

A44-10/09/98-MOLTENO (LECCO)-SPE: MUSICA: MORTE LUCIO BATTISTI. Giovani fans davanti all’ ingresso della villa di Lucio Battisti, il cantautore scomparso ieri a Milano. PINO FARINACCI / ANSA / PAL

A Lucio piace stare tra amici veri, il buon cibo e il buon vino. Frequenta spesso la saletta del camino del ristorante Riva di Molteno, spesso in compagnia di Mogol, Alberto Radius, La Formula Tre, Antonello Venditti e Mario Lavezzi. Qualche fortunato avventore di allora lo ricorda con affetto. fA Molteno conduce una vita abitudinaria: sigarette per la moglie dal tabaccaio ricevitoria, Corriere della Sera nell’edicola di via Riva e la carne alla macelleria Pigazzini oltre alla spesa nel market di Oggiono. Poi arriva la malattia e purtroppo il 9 settembre 1998 Lucio muore a MIlano in ospedale.

A questo punto la storia si complica e soprattutto il rapporto con Molteno e gli eredi di Lucio. Nei primi anni infatti dopo la scomparsa del grande cantante il Comune di Molteno organizzava un festival annuale alla memoria, ma la cosa non piacque agli eredi che intentarono una causa contro l’amministrazione comunale. Nel 2013 La Corte d’appello di Milano ribaltato la sentenza con cui il tribunale aveva ordinato di non organizzare più la manifestazione dal titolo ‘Un’avventura, le emozioni’ e glielo concede. Così viene organizzato un evento a Villa Rosa, ma la moglie stoppa tutto. E allora persino il critico musicale di Rai Radio 2 Gino Castaldo scrive una lettera aperta alla Veronese: «Tanti ricorderanno l’omaggio a Lucio Battisti che venne organizzato a Molteno, nel parco di Villa Rosa, per diversi anni: un ricordo in musica che richiamava migliaia di fan. L’evento venne poi stoppato per richiesta della famiglia del musicista. Da tempo ormai è noto nell’ambiente musicale, e non solo, il suo ostinato e reiterato rifiuto di concedere qualsiasi possibilità di celebrare, sviluppare, testimoniare, elaborare l’enorme eredità lasciata da suo marito – scrive il giornalista e critico musicale -. Legittimo, certo, ma non del tutto comprensibile (…). Le canzoni di Battisti, fosse per Lei, dovrebbero scomparire, non essere cantate da altri, non raccontate, non esaltate come meritano».

Il punto è che proprio nel 2013 la moglie e il figlio di Battisti decidono di portare via dal cimitero di Molteno la sua salma in un luogo imprecisato. Secondo il racconto delle cronache dell’epoca Lucio Battisti è stato portato via a San Benedetto del Tronto dove sarebbe stato cremato e poi trasportato, da un’agenzia funebre locale, nella Rimini dove aveva vissuto parte della sua vita. Le sue ceneri però non si sa dove siano. Una cosa è certa: Molteno a lui rimarrà sempre legato e il mondo alle sue splendide canzoni.