Luci accese anche di giorno, Fratelli d’Italia denuncia lo spreco a Lecco

Luci pubbliche accese in centro a Lecco anche di giorno. Con alcune foto il rappresentante dell’opposizione Giacomo Zamperini ha denunciato un presunto spreco energetico a Lecco. In realtà a detta del Comune l’aumento per le spese di energia per il Comune è esponenziale e si è passati da meno di 2 mila euro a oltre 8 mila euro.

Zamperini: «Il sindaco dovrebbe accorgersi di cosa accade»

«Non è la prima volta che il Sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, predica bene e razzola male. In passato, dopo le inutili ordinanze anti alcol, era capitato con le ordinanze anti siccità dove veniva fatto divieto per i lecchesi di innaffiare le piante ed i giardini. In quel caso, si era dimenticato però di spegnere gli irrigatori pubblici delle costose aiuole fiorite sul lungolago. Oggi, i fiori sono morti comunque e la siccità, fortunatamente, resta solo un passato ricordo, ma la Giunta di centrosinistra ci ricasca – ha denunciato in un comunicato Zamperini – il Governo in questi giorni ha varato un piano per la riduzione dei consumi nel quale si chiede ai cittadini italiani di fare dei sacrifici per risparmiare energia elettrica. Giusto. Va fatto tutto ciò che è necessario per il bene del paese. Ma le istituzioni e le pubbliche amministrazioni non dovrebbero dare per prime il buon esempio? Ed allora, non si spiega il perchè da alcuni giorni le luci fuori dal Municipio di Lecco, quelle nella piazza della Stazione, rimangano accese a tutte le ore. Il Sindaco, prima di chiedere uno sforzo ai lecchesi per il bene comune, dovrebbe assicurarsi di ciò che avviene proprio sotto il suo naso, senza scordarsi di spegnere le luci inutili, anche perchè le paghiamo noi con i soldi delle tasse. La politica deve dare il buon esempio attraverso la buona amministrazione della cosa pubblica, altrimenti si rischia soltanto di fare brutte figure, come in questo caso.»

Così interviene Giacomo Zamperini, Capogruppo nel Consiglio Comunale di Lecco e Dirigente Regionale di Fratelli d’Italia.