Lotta tra bande rivali, arresti anche a Lecco

INSTAGRAM/SIMBA LA RUE

Dalle prime ore della mattinata di venerdì 28 luglio, nelle province di Bergamo, Como e Lecco, i Carabinieri del Comando Provinciale di Milano stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo a carico di nove persone, responsabili, a vario titolo, di sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate.

Indagine partita dall’accoltellamento del trapper di Lecco

Le indagini, svolte dalla Compagnia Carabinieri Milano Duomo e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano hanno inteso far luce sui contrasti emersi da ormai diversi mesi tra due bande giovanili, costituitesi intorno alle figure dei noti trapper “Simba La Rue”, residente a Lecco e accoltellato nella bergamasca lo scorso giugno, oltre a “Baby Touché”, governate da regole di fedeltà reciproca e di omertà e resesi protagoniste di reiterati episodi di violenza conseguenti all’aspra conflittualità determinata dalle rivalità nella diffusione delle rispettive produzioni musicali. I particolari dell’operazione seguiranno in giornata.

All’origine la rivalità tra Simba La Rua – tra i destinatari del provvedimento di custodia cautelare del gip Guido Salvini – e Amine Mohamed Amagour, alias Baby Touché. I reati ipotizzati sono sequestro di persona, rapina e lesioni aggravate contestati a quattro italiani e cinque stranieri, residenti tra Lecco, Garlate, Merone e Verderio.

Vittime di pestaggi e sequestro di persona anche i capi crew

Secondo l’ordinanza del Gip è di verderio la giovane che avrebbe dovuto sedurre i rivali, uscire con loro – con tanto di auricolari nascosti tra i lunghi capelli – per poi far scattare la trappola e dunque permettere ai complici di entrare in azione con le botte.
I meccanismi di innesco della lotta erano sempre gli stessi: dagli insulti nei testi delle canzoni e i messaggi social, alla violenza vera e propria di cui anche i due capi banda sono stati vittime sia a Milano che a Treviolo. Amine Mohamed Amagour era stato persino sequestrato nella periferia milanese e “liberato” a Calolziocorte dopo essere stato pestato e mandato in rete .
«Gli odierni indagati – scrive il GIP – vivono una totale astrazione dalla realtà, che impedisce loro di percepire il disvalore e il peso delle azioni criminose poste in essere; questa continua sfida ad alzare sempre la posta in gioco, le continue e improvvise ritorsioni, sono ormai fortemente pericolose per la sicurezza pubblica».