Località Bagaggera gremita per l’ultimo saluto a Giulia Pozzebon

Nel pomeriggio di oggi, dalle ore 16.00, si sono svolti i funerali della trentacinquenne Giulia Pozzebon, rimasta coinvolta in un tragico incidente in montagna durante un’escursione sulle Alpi Lepontine, nella cornice del Parco del Cuore, precisamente in località Bagaggera.

Tante le persone che hanno assistito alle esequie, tra cui molti amici e giovani, che tra le tante lacrime si sono stretti in un abbraccio di conforto al marito Matteo, ai figli Sebastiano e Camilla, ai genitori Luigi e Raffaella e ai fratelli, nella promessa di tenere viva la memoria di Giulia.

Mamma, moglie, figlia, ricercatrice universitaria e coordinatrice di servizi educativi, sognatrice con un grande sorriso, sempre generosa e aperta agli altri, così Giulia è stata ricordata, come una compagna di vita e di viaggi, come dichiarato da don Adolfo Macchioli nella predica della funzione: “Dobbiamo comprendere che la vita di Giulia non è buttata via, la sua morte ce lo fa dire, stava incominciando tante cose che la rappresentavano, lei e la sua famiglia, sarebbe assurdo pensare che non possiamo più fare le cose con lei poiché la sua vita si è comunque realizzata -continua il parroco- la sua vita è realizzata e il bene che rimane sarà sempre rivissuto, perché vale la pena vivere, sperare e amare per un affetto che resta anche quando tutto sembra dire l’opposto”.

“Com’eri bella amica mia, felice e sorridente e forte – racconta tra le lacrime una amica che era sulla cima del Monte Limidario con Giulia- perché capace di mostrare anche fatiche e fragilità, ti preoccupavi del fatto di non esser riuscita a rispondere a tutti quelli che ti avevano scritto dicendo che avresti iniziato a rispondere piano a piano. Sono certa che ti hanno sentito in quel silenzio. Da te ho imparato tanto e mi manchi già moltissimo. Hai seminato tanto. Sei morta viva, Giuli. Sei stata tu fino all’ultimo passo”.

Hanno voluto ricordare così la loro figlia, i genitori di Giulia: ““Hai radunato qua i tuoi tre cuori: Merate, Milano e la Liguria – ha detto mamma Raffaella, salita sul palco insieme al marito Luigi, conosciuto rifugista – in questi giorni siete stati tutti così cari con noi. E di tutti voi abbiamo bisogno: non dimenticateci”. Il marito ha continuato: “Sono oggi in una posizione tra le più difficili perché sono padre di una ragazza speciale, che se n’è andata troppo presto, e sono nonno di bambini che sono in una condizioni ancora più delicata della mia perché hanno perso la mamma troppo giovani. Potrei essere arrabbiato con tutti, però sono anche testimone che con l’aiuto e l’amore tutto si può superare perché la vita è una rimonta continua, è come una onda”.