Lo sci è morto? successo per il dibattito in sala Ticozzi a Lecco

Quale futuro per le montagne lecchesi? ha ancora senso pensare agli impianti di risalita e in quale modalità? la stagione delle sci di massa è destinata a scomparire?

Sono questi i principali temi di cui si è discusso venerdì sera in sala Ticozzi nella serata organizzata dal Cai di Lecco. Il dibattito è stato organizzato insieme a Legambiente e al wwf e ha tenuto botta per quasi tre ore in una sala piena di cittadini interessati. La serata è stata moderata dal giornalista Fabio Landrini.

La serata si è aperta con l’intervento del ricercatore Maurizio Dematteis, autore del libro “Inverno liquido”, presentato proprio ieri sera. Il libro in questione ha come tema fondamentale quello della crisi climatica, delle terre alte e della fine della stagione dello sci di massa. Mi sono focalizzato su stazioni medio-piccole sotto i 2.000 metri e ho trovato tre grossi cambiamenti in atto: il cambiamento climatico, la crisi economica e lo sci sempre più costoso, oltre al cambiamento culturale del turista. Inoltre siamo davanti a comunità impaurite e spaesate che si concentrano sugli impianti da sci perché non vedono alternative possibili”

Nell’arco della serata al tavolo sono intervenuti Vanda Bonardo, presidente Cipra Italia – Responsabile Legambiente Alpi; Aldo Bonomi, sociologo del territorio; Adriana Baruffini, presidente Cai Lecco; Luca Rota, scrittore e blogger; Pietro Corti, alpinista e scrittore e Luca Stefanoni, maestro di sci.

Durante il dibattito è stato sottolineato come la rinascita dei Piani di Artavaggio sia da considerarsi esempio virtuoso. “La montagna non è un parco divertimenti, non ha bisogno di nuovi valori o nuove attrazioni. Mi piace ricordare che il Cai è nato da un gruppo di persone spinte dalla curiosità e dal desiderio di conoscere”- Ha specificato la presidente del Cai Baruffini-

Niente mezzi termini per il presidente del Cai regionale Emilio Aldeghi: “C’è una visione del turismo da parte di amministrazioni e comunità montane che non mi piace per niente”.

Dalla platea sono intervenuti anche numerosi amministratori locali e personaggi politici del territorio.

In sala il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e gli assessori Giovanni Cattaneo e Renata Zuffi, i consiglieri Alberto Anghileri e Alessio Dossi; presenti inoltre sindaci di Moggio Andrea Corti, di Barzio Giovanni Arrigoni Battaia, di Abbadia Roberto Sergio Azzoni, di Casargo Antonio Pasquini; e i presidenti della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val D’Esino e riviera Fabio Canepari e Lario Orientale Valle San Martino Carlo Greppi.

Tutti insieme possiamo pensare a nuove economie non legate esclusivamente allo sci destinato a estinguersi. Creare poli di attrazione consente di rivitalizzare le comunità di montagna. Prendiamo ad esempio la tanto discussa passerella dei Resinelli, io non la giudico, ma dico solo che genera flussi e reddito. Forse si poteva fare qualcosa di più intelligente? Può darsi, però ha contribuito a creare un polo di attrazione ai Resinelli”- Ha sottolineato Gattinoni-

“Non dimentichiamoci che Artavaggio, portato questa sera come esempio virtuoso, non sarebbe così frequentato se non ci fossero i tappeti e le piste da sci per i bambini. Chi abita la montagna ed è presidio della montagna deve avere qualcosa di cui vivere altrimenti noi amministratori possiamo solo chiudere i nostri paesi”- Ha affermato il Sindaco di Moggio-

Questo primo confronto del Cai non ha dato risposte alle tante domande, ma ha posto le basi per una rete di cooperazione tra vari enti, pubblici e privati, per spingere verso una modalità di turismo più sostenibile. L’obiettivo, tutti d’accordo, è quello di creare un confronto continuo volto all’azione nella direzione giusta per il futuro sulle nostre montagne.