Lecco-Bergamo: per Calolzio bene comune il tracciato va rivisto

Il gruppo consiliare Calolzio Bene Comune interviene con forza in merito al progetto della Lecco-Bergamo, esprimendo preoccupazioni e critiche nei confronti del tracciato proposto dal commissario ad hoc. La scelta del tracciato ha sollevato dubbi e proteste, portando il gruppo consiliare a esprimere il proprio dissenso in una nota ufficiale.

Il sindaco Ghezzi è criticato per la difesa accademica della scelta del tracciato, con l’accusa di trascurare gli interessi dell’intera comunità a favore di un risarcimento per coloro che subiranno espropri o danni. Calolzio Bene Comune sostiene che l’amministrazione avrebbe dovuto agire in difesa dei cittadini, sollevando obiezioni quando Anas ha assunto la riprogettazione.

Le accuse si concentrano sulla mancanza di intervento politico da parte dell’amministrazione durante la fase di riprogettazione, dove si riteneva possibile rivalutare l’ipotesi di un’uscita alternativa dalla SS. 639. Il gruppo consiliare sostiene che il silenzio o la compiacenza dell’amministrazione di fronte alle criticità viabilistiche ha lasciato irrisolte questioni cruciali.

Calolzio Bene Comune ritiene che sarebbe stato possibile esplorare un tracciato alternativo, superando l’abitato di Calolziocorte nella parte a monte della città, collegandosi direttamente alla rotatoria del ponte Cesare Cantù. Questa soluzione, proposta anni fa, avrebbe potuto limitare i disagi per la popolazione, ma secondo il gruppo consiliare, il sindaco e la sua maggioranza hanno scelto la soluzione più “economica” senza considerare appieno le esigenze della comunità.

Il gruppo critica il fatto che durante la campagna elettorale, l’amministrazione si è rivolta al Ministro alle Infrastrutture Salvini per ottenere “intercessione”, ma non ha mostrato lo stesso impegno per chiedere un’opera attesa da anni ed essenziale per il territorio.

Calolzio Bene Comune conclude affermando che la soluzione scelta, ritenuta la più “economica”, comporterà benefici limitati e costringerà famiglie calolziesi ad abbandonare le proprie abitazioni. Il gruppo si impegna a sensibilizzare i cittadini sull’entità del progetto e a intraprendere tutte le iniziative possibili per chiedere un riesame nel vero interesse della città e del territorio della Valle San Martino.