Lecco-Bergamo: anche Calolzio si interroga sull’opera

La variante San Girolamo della nuova Lecco-Bergamo sembra non trovare consenso tra i cittadini di Calolziocorte, suscitando critiche e preoccupazioni. Un’assemblea pubblica è stata organizzata dal Comune nella serata di venerdì presso il salone don Duci dell’Oratorio di Sala, con l’obiettivo di illustrare i progetti in corso e rassicurare i calolziesi sulle eventuali ripercussioni sulla loro città. Il sindaco Marco Ghezzi ha preso la parola durante l’assemblea, affiancato dal suo vice Aldo Valsecchi, per spiegare le caratteristiche delle tre possibili soluzioni in discussione.

Il sindaco ha esordito sottolineando che sarebbe stato preferibile se all’assemblea avessero partecipato anche i responsabili dei progetti, ovvero Anas, poiché sono loro ad avere tutte le informazioni necessarie per rispondere alle domande. Ha dichiarato che tutte e tre le soluzioni in esame comportano impatti significativi sulla vita quotidiana dei cittadini e che i lavori potrebbero causare problemi. L’area più critica, lunga circa 100/150 metri, si incrocia con il tessuto urbano, rendendo quindi l’impatto molto significativo. Ciascuna delle tre soluzioni presenta problemi diversi e coinvolge diverse persone. Per questo motivo, il Comune si impegnerà a essere un supporto per i cittadini che avranno a che fare con Anas.

Il problema sembra concentrarsi sul tratto a valle di corso Dante, dove il sottofondo presenta depositi lacustri che richiedono opere di consolidamento dall’alto. Questa tecnica è utilizzata sia nella prima (progetto originario) che nella terza ipotesi (quella che compie un arco più alto per scendere dritta da via Galli).

Il Comune non ha dichiarato quale delle tre ipotesi sia la sua preferita, ma ha lasciato intendere che le proposte 2 e 3 potrebbero causare ritardi prolungati nel cantiere. L’ipotesi originaria (la 1) sembra essere la più impattante inizialmente, a causa della necessità di abbattere edifici lungo il percorso, espropri e trasferimenti. Tuttavia, si sta considerando anche la possibilità di riqualificare quegli spazi abbandonati a beneficio della collettività.

D’altra parte, i cittadini di Calolziocorte hanno espresso perplessità e pessimismo riguardo all’opera, ritenendola inutile nella sua forma attuale, costosa e non risolutiva. Tra le loro richieste c’è quella di una gestione più oculata delle risorse per cercare di estendere il tunnel fino a Sala, alla rotonda del ponte Cantù.