L’Asst di Lecco è hub per il carcinoma alla cervice uterina

l’ASST di Lecco celebra le donne sensibilizzandole ad aderire ad una “campagna” dedicata loro. E’ stato lanciato, grazie a Regione Lombardia, un nuovo screening molecolare per il carcinoma della cervice uterina. Il bacino d’utenza è stimato per 327.973 donne del territorio lecchese e per 40 mila che rientrano nell’ats della montagna.

Il primo a intervenire è stato il direttore generale Paolo Favini: “Abbiamo pensato a un piccolo regalo per le donne del nostro territorio. Festeggiamo presentando un progetto di screening attivo a chiamata di grande importanza per la prevenzione reale per il cancro del collo dell’utero. L’obiettivo è il raggiungimento di livelli elevati di copertura della popolazione femminile. L’organizzazione prevede un’equipe comprendente le due ATS, i servizi informatici, la rete dei 36 consultori, i laboratori di Microbiologia e di Anatomia Patologica e le equipes di Ginecologia”

Successivamente è intervenuta Cristina Riva che ha ben spiegato la campagna in atto: “Vorrei partire tornando agli anni ’40 del secolo scorso quando, in America, un medico greco raccogliendo delle cellule di proprie pazienti su un vetrino ideò quello che oggi conosciamo come il pap-test, avviando un percorso che ha portato ad una diminuzione dell’incidenza e della mortalità per carcinoma della cervice uterina e alla raccolta di una mole gigantesca di dati che ha consentito di comprendere sempre meglio questo tumore che oggi tutti sappiamo essere legato al papillomavirus umano. Ciò ha aperto a nuove opportunità di prevenzione: in particolare la prevenzione primaria tramite il vaccino e la prevenzione secondaria.

La parola è poi passata a Silvia Tonolo, Direttore della Microbiologia e Virologia dell’ASST di Lecco.

“Gran parte delle infezioni da HPV è transitoria. Il virus viene eliminato dal sistema immunitario prima di sviluppare l’effetto patogeno. La persistenza dell’infezione è la condizione necessaria per l’evoluzione verso il carcinoma. Fino a poco tempo fa l’unico modo per prevenire il tumore della cervice era tramite il pap test. Ora esiste un’ulteriore possibilità di prevenzione, ovvero lo screening con il test HPV DNA. Si tratta di un test molecolare che ricerca il DNA di HPV oncogeni ad alto rischio a partire da un prelievo di cellule cervicali. L’esame è altamente automatizzato e sicuro”.

Grazie a questo tipo di screening si ha la possibilità di ricercare il virus direttamente senza l’ausilio del pap test. Nel concreto, come prima cosa si cerca il virus e in caso di riscontro positivo il campione, senza ripetizioni di prelievo viene mandato ad Anatomia patologica per la lettura del vetrino. In caso di doppia positività scatta la segnalazione in ginecologia con approfondimento diagnostico attraverso colposcopia e biopsia, cui segue un trattamento chirurgico.

7 donne su 19 incontrano l’HPV nello loro vita sessuale, è quindi importante implementare la prevenzione del tumore alla cervice uterina sia di fondamentale importanza. Nel caso di una lesione precancerosa, è possibile preservare anche la fertilità. Quando arriva il cancro clinico, si può solo curarlo con chirurgia, chemioterapia, radioterapia.

L’appello è quindi aperto a tutte le donne. Per aderire alla campagna è sufficiente presentarsi in consultorio il giorno indicato dalla lettera ricevuta. Il servizio è gratuito.