Immigrati, il sindaco di Pescate rimanda al mittente l’invito del Prefetto

Dopo l’appello del Prefetto Pomponio ai sindaci per accogliere nuovi immigrati in arrivo il sindaco di Pescate Dante De Capitani e intervenuto con u lungo comunjcato: “Con tutto il rispetto per il Prefetto che segue le disposizioni del ministro, io dico ancora una volta che l’accoglienza di tutta sta gente che arriva coi barconi non può essere posta sulle spalle dell’Italia e dei sindaci in particolare – ha scritto – Questi barconi non devono più partire e se partono si intercettano, si rifocillano e si prestano tutte le cure ai naviganti, ma poi si riportano sulle spiagge da dove sono partiti verificando da dove sono salpati esattamente con i satelliti che ormai registrano tutti i movimenti.
Perche non è vero che l’immigrazione non si può fermare, diciamo invece che non si vuole fermare.
I miei colleghi sindaci che hanno già accettato sul loro territorio questi migranti sono dei santi. Ma io e la maggior parte dei miei colleghi santi non siamo”.
la conclusione per Pescate e’ netta: qui a Pescate di migranti non ne arriverà uno.
“Io non accetto che queste persone che non scappano da nessuna guerra, vivano nei nostri paesi ben accuditi e mantenuti a sbafo senza lavorare- ha aggiunto-. E poi quando le prebende cessano perché non hanno diritto di rimanere qui, non venendo rimpatriati rimangono sul territorio a vivere di espedienti e alcuni di loro a combinarne peggio che Bertoldo.
Io non darò alloggi ai migranti e spero non lo facciano neanche i miei cittadini e per due ragioni:
La prima perché qui a Pescate solo i
bambini, gli anziani e i disabili sono esentati dal lavorare.
La seconda perché anche i miei cittadini hanno necessità di alloggi, attualmente abbiamo due sfratti di famiglie straniere che però sono ormai pescatesi integrati che lavorano e io prima aiuto i miei cittadini.
E quindi se in paese abbiamo case libere le diamo a loro, altro che ai migranti.
E non mi si venga a dire che anche noi siamo e siamo stati un popolo di migranti perché i nostri vecchi che partivano con le valigie di cartone andavano all’estero per lavorare e lavorare duramente e non si facevano mantenere come questi che arrivano.
E mi auguro che il mio collega Gattinoni non accetti di avere tendopoli e baraccopoli al Bione come sette anni fa come si sta già paventando, perche i sindaci non devono pagare le manchevolezze di politici che non sono capaci di difendere i confini dall’invasione africana”.