Giallo di Perledo, il fratello di Alberto Ongania a Chi l’ha Visto

Alberto Ongania, lo chef cinquantatreenne di Perledo, scomparso lo scorso 11 novembre non si trova. Ma la famiglia non si arrende e a combattere è ancora il fratello Renato che ieri sera, mercoledì 30 novembre, è stato ospite di Chi l’ha visto la trasmissione Rai che si occupa degli scomparsi, per lanciare un ennesimo appello.

Questa volta però l’appello non è soltanto rivolto a chi possa aver incontrato o visto Alberto nei pressi della sua abitazione, ma alle istituzioni. Mamma Luigia, 79 anni, e tutta la famiglia ormai non sperano più di trovarlo vivo, tuttavia, vorrebbero un corpo da seppellire e una tomba su cui piangere se fosse accaduto il peggio. «Temo che si sia sentito male e abbia avuto un incidente in questi luoghi impervi», ammette Renato.

Le ricerche non ufficiali continuano

Le ricerche con i Vigili del Fuoco, i carabinieri e la Protezione civile sono infatti state sospese ormai da settimane ma Renato Ongania, insieme ai residenti della piccola comunità sul lago di Lecco hanno organizzato battute di ricerca “private” con un drone e non solo. Ma nulla.

Accedere ai tabulati retringerebbe il campo, ma non si può

Quello che chiede la famiglia, tuttavia, è di rivedere la legge che impedisce nei casi di scomparsa di fare accertamenti sui tabulati telefonici. I tabulati con la triangolazione delle celle che il suo smartphone ha agganciato probabilmente aiuterebbero a restringere il campo delle ricerche. «Sappiamo che se non viene aperto un fascicolo in Procura con ipotesi di reato non si possono fare accertamenti sui tabulati di Alberto in violazione alla privacy – ha spiegato Ongania – ma è assurdo in questo caso e per questo chiediamo una deroga anche perché mio fratello è epilettico e potrebbe stare male perché non prende i medicinali». Renato Ongania ha infatti scritto a Mattarella e ha chiesto in tutte le sedi istituzionali di prevedere questa deroga, ma, finora non ci sono state risposte. È attiva anche una petizione on line.

La famiglia restituirà assegno di invalidità di Alberto

Infine un atto di protesta che potrebbe essere importante: Renato riconsegnerà i 522 euro e 75 centesimi dell’ultimo assegno di invalidità riconosciuto al fratello, accreditato dopo la sua scomparsa. «Da uno Stato così, con leggi così, non vogliamo nulla», ha concluso.