“Costruiamo il futuro”: le dichiarazioni di Giuseppe Marotta, ospite d’onore dell’evento

Nel corso della serata l'Amministratore Delegato dell’Inter ha ricordato la scomparsa di Sinisa Mihajlovic.

L’Amministratore Delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, è stato l’ospite d’onore dell’evento “Costruiamo il futuro”, che si è tenuto nella serata di venerdì 16 dicembre presso l’Aquamore di Merate. Il dirigente sportivo nerazzurro, da sempre sensibile alle iniziative di stampo sociale, ha presenziato alla cerimonia, dinanzi a un palazzetto gremito di gente, con interesse, partecipazione e disponibilità.

Nel ricordo di Sinisa Mihajlovic

Beppe Marotta ha esordito ricordando subito la scomparsa di Sinisa Mihajlovic, una perdita che ha sconvolto il mondo del calcio e non solo. Le parole dell’AD nerazzurro pensando al guerriero serbo: «Sinisa Mihajlovic era una persona che era un amico, l’ho conosciuto da calciatore poi anche da allenatore e devo dire che anche lui è stata una persona che ha dato tanto perché era caratterizzato da grandi valori: in primis, dal punto di vista sportivo era un combattente e nel rettangolo di gioco vi ricordate tutte le sue schermaglie  che sicuramente hanno fatto bene dal punto di vista agonistico nel nostro sport che è il calcio; poi è stato un combattente anche dopo, fuori dal calcio, perché ha lottato duramente, estremamente con questa malattia che purtroppo ha avuto ragione. Dobbiamo cogliere l’essenza che la vita ci insegna e credo che oggi dobbiamo ricordarlo per quello che ha dimostrato in questi 20 anni da calciatore e da allenatore ma soprattutto da uomo: un uomo dai grandi valori, aveva una splendida famiglia, tanti figli e quindi il ricordo non può che essere piacevole, una persona che ci ha insegnato tanto».

Il movimento giovanile secondo Marotta

«Intanto non partiamo dal futuro ma dobbiamo partire dal presente. Dobbiamo rivolgerci a tutti i genitori che sono presenti. Noi abbiamo visto le gesta dei campioni della Prima Squadra della Juve e dell’Inter ma io ho sempre insistito sui settori giovanili. Il settore giovanile dell’Inter è composto da 700 ragazzi e ragazze, anche perché il calcio femminile è un movimento in grandissima espansione. In questi anni però ho notato grandi difficoltà che abbiamo nel rapporto con i genitori: spesso loro non centrano proprio il primo obiettivo che devono centrare che  è quello di cercare la felicità dei loro figli. Non devono pensare che i ragazzi domani possano diventare subito dei professionisti ma devono pensare prima a diventare dei giovani attraverso questa palestra che è costituita dallo sport ed è formativo dal punto di vista educativo. Mi reputo fortunato perché i miei genitori non mi hanno mai condizionato e io già da piccolo, a sette-otto anni, volevo già diventare un dirigente calcistico e questo sogno l’ho realizzato. Quindi il primo obiettivo di questi ragazzi è avere un sogno».

Il significato di “campione”

Cosa vuol dire essere un campione? «Campione non intendiamo solo dal punto di vista sportivo ma intendiamo nella vita: il campione è un talento che nel dna di ognuno di noi c’è questo aspetto che è appunto il talento che ti viene dato dalla fortuna. Utilizzando una metafora dello sport: quando ti arriva una palla a 70-80 all’ora un giocatore bravo che riesce a stopparla immediatamente ha una qualità innata e quindi quello è un talento. Ma per diventare campione devono essere abbinate altre qualità che sono i valori umani. Io ho gestito tantissimi giocatori che erano talentuosi ma che poi non sono diventati campioni: Balotelli secondo voi è diventato da talento campione o è rimasto talento? (Risposta del pubblico: talento, ndr). Ecco, questa è la dimostrazione di come pur presenti davanti a una realtà di un giocatore con delle grandi qualità, poi non è riuscito a trasformarle nel diventare campione. Io ho avuto la fortuna di avere avuto tanti campioni, nella mia esperienza alla Juve posso parlare ovviamente di calciatori come Del Piero, Buffon, Chiellini, Cristiano Ronaldo con cui ho lavorato 6 mesi e poi all’Inter dove ho trovato tanti giocatori importanti come Handanovic e Zanetti. Sono tutte persone che anche quando hanno finito la carriera ti hanno trasmesso qualcosa di importante e ti hanno fatto sicuramente migliorare»

La chiosa finale

«Il messaggio finale è che qualsiasi cosa uno intende fare, deve farlo con una qualità che sicuramente non deve mai venire meno, ossia  la passione: dovete essere appassionati a ciò che fate, dovete avere le motivazioni forti per ciò che fate e quando voi centrerete questi obiettivi, sarete sicuramente delle persone felici».