Caso Italcementi- Heidelberg, la Provincia e i Comuni contestano il progetto

I comuni confinanti con Calusco d’Adda, tra cui Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio, Cornate d’Adda, Imbersago e Solza, hanno espresso parere negativo sulla dichiarazione di compatibilità ambientale rilasciata dalla Provincia di Bergamo riguardante il Progetto Italcementi-Heidelberg.

Un progetto che mira all’incremento da 30 mila a 110 mila tonnellate all’anno dell’utilizzo di Combustibile Solido Secondario nello stabilimento di Calusco d’Adda, in parziale sostituzione dei combustibili fossili attualmente utilizzati.
I Sindaci hanno spiegato le ragioni del loro dissenso, che sono state presentate durante una serata pubblica. A partecipare al dibattito è stato invitato il Dottor Fabrizio Bianchi, ex dirigente del settore epidemiologia, biostatistica e ricerca sui servizi sanitari del CNR di Pisa e attualmente consulente tecnico dei Comuni per l’imminente confronto in sede di Conferenza di Servizi riguardante la modifica sostanziale dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.).
Alla serata erano presenti anche i Comitati ambientalisti “La nostra Aria” e “Rete Rifiuti Zero Merate”, che, come i Sindaci, si oppongono al rilascio dell’autorizzazione prevista dal progetto e che hanno presentato la fotografia degli inceneritori presenti in Lombardia, la quantità dei rifiuti trattati, gli studi epidemiologici fatti in altre aree, l’entità dell’inquinamento con le conseguenti patologie indotte. Presente anche il Consigliere provinciale Stefano Simonetti il quale ha condiviso pienamente la posizione dei Sindaci e comunicato che la Provincia di Lecco aderirà al nuovo protocollo d’intesa con i Comuni.
Tra le richieste avanzate dai Comuni e non prese in considerazione dalla Provincia di Bergamo vi è quella di condurre uno studio epidemiologico-ambientale di tipo “coorte” o, in alternativa, uno studio epidemiologico analitico retrospettivo di tipo “caso-controllo”. Richieste mirano ad arricchire il quadro conoscitivo e a fornire un riferimento comparativo adeguato, basato sullo stesso disegno di studio previsto per il periodo successivo all’attuazione del progetto.
«La valutazione di compatibilità ambientale del progetto, decisa dalla Provincia di Bergamo, sembra non aver tenuto conto dei dati sulla mortalità (ad esempio, un aumento del 86% dei casi di tumore alla mammella femminile) e dell’inquinamento raccolti nel 2016 dall’ATS Bergamo, i quali sono stati considerati statisticamente non significativi», ha spiegato l’ex sindaco di Verderio Alessandro Origo . «I dati di ATS di luglio 2016 sono stati illustrati, gli stessi dati che hanno portato nel 2016 l’ATS Bergamo a sollecitare la Provincia di Bergamo a richiedere a Italcementi di integrare il capitolo salute dello Studio di Impatto Ambientale in corso utilizzando l’approccio epidemiologico – ha aggiunto – La Provincia di Bergamo ha chiesto a Italcementi di effettuare l’indagine epidemiologica; l’azienda ha fatto ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) per la Lombardia – sezione staccata di Brescia, anche se successivamente ha dato l’incarico all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata».
L’ex sindaco Origo ha ripercorso tutte le principali fasi concludendo: «Nel 2019, Italcementi ha concordato un protocollo operativo per l’esecuzione dell’indagine epidemiologica, senza coinvolgere i Comuni, il che ha suscitato contestazioni da parte di questi ultimi, che hanno ritenuto inadeguato ed errato in alcuni punto lo studio effettuato».
Durante la serata, Bianchi, esperto incaricato sulla base di un Protocollo d’Intesa sottoscritto da cinque Comuni, ha illustrato le criticità dello studio finanziato da Italcementi e condotto dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
La serata sarà riproposta presso la sala civica in Piazza Giovanni Paolo II – Sotto Il Monte Giovanni XXIII giovedì 29 giugno alle 20.45. Durante l’evento, tra l’altro saranno nuovamente illustrati i dati sulla mortalità e i livelli di inquinamento