Il gruppo “CULTURAINSIEME” propone, domenica 26 novembre alle 16.30 (Nella Sala Don Duci, oratorio) “E Lo chiamavano amore”, canzoni interpretate da Lucia Milani, alternate a brevi interventi di operatori dei centri antiviolenza per cercare di capire insieme come è possibile contrastare un fenomeno che non accenna a diminuire.
I dati ISTAT di quest’anno sono preoccupanti. 98 casi di femminicidio e molti di più i casi di donne che hanno subìto forme di violenza fisiche, psicologiche o sessuali da parte degli uomini, mariti, partner, compagni, colleghi di lavoro. A questi numeri già altissimi, si aggiunge poi quello incalcolabile delle donne che non denunciano, che preferiscono mantenere il silenzio e continuare a portare avanti un rapporto malato. E molti tendono, ancora spesso, a colpevolizzare le vittime. Quante volte abbiamo sentito “se l’andata a cercare” o sicuramente “se lo merita”. È quindi necessario innanzitutto eliminare i pregiudizi sociali che provocano quel sentimento di vergogna che, per ragioni culturali, spesso provano le vittime di violenza. Per cambiare il modo di pensare e di agire, crediamo importante parlarne e poter contare su un’educazione che, fin dall’infanzia, insegni il rispetto reciproco e una capacità di esprimere emozioni e sentimenti che permetta di vivere l’amore senza essere sopraffatti da gelosia e sbagliato pensiero di possesso. La violenza sulle donne va combattuta ogni giorno dell’anno, ma ricordare le lotte e le vittorie contro gli abusi di genere nella giornata del 25 novembre è una forma per denunciare e ricordare che il problema è purtroppo ancora presente, troppo presente, nel nostro Paese. In questa battaglia è fondamentale il coinvolgimento e il sostegno degli uomini perché interessa anche loro. Si tratta, infatti, di difendere la dignità delle loro mogli, compagne, sorelle, figlie, amiche.