Calolzio: il 25 aprile ricorda Mario Rossetti di Carenno

Il 25 Aprile a Calolzio è iniziato con la messa del mattino, successivamente la processione laica davanti ai Monumenti del paese che onorano la memoria dei Caduti di tutte le guerre. Il corteo è stato impreziosito grazie alla partecipazione del Corpo Musicale Gaetano Donizetti. Successivamente è stata deposta la corona e sono stati letti i nomi riportati sulla lapide che si trova nel cortile interno del Municipio. Lette anche una serie di preghiere di alpini e Carabinieri in congedo.

Il primo intervento è stato a cura del presidente del Coro Ana dell’Adda, potando il pensiero al 6 aprile del 1946, quando l’Alleanza famigliare per i dispersi e i prigionieri in Russia scrisse all’allora parroco di Carenno pregandolo di far da tramite con i parenti di Mario Rossetti, classe 1918, arruolato nel Quinto Reggimento Alpini, Battaglione Tirano, 48esima compagnia, divisione tridentina. Terribile e fredda la notizia da portare a genitori e fratelli: il giovane, da quanto riferito da un commilitone riuscito a tornare in Patria, è morto, in Russia, nell’aprile del 1943.

“A 80 anni da quell’aprile vogliamo rendere omaggio a coloro che combatterono per difendersi dal mostro della guerra. A loro, in questa data che ricorda la Liberazione della nostra Patria da un periodo lunghissimo di dolore e di lutti, vogliamo dedicare il canto del partigiano”

Il Vice Sindaco Aldo Valsecchi ha poi ripreso il pezzo nel suo discorso: “C’è un popolo che una mattina si è svegliato e ha trovato l’invasore. E ha deciso di resistere” ha scandito il delegato della Giunta, con riferimento all’Ucraina, sostenendo poi “non esiste una Resistenza giusta e una Resistenza sbagliata. Esiste la Resistenza davanti alle atrocità della guerra”. “Il 25 aprile ci ricorda che resistere è necessario e è un dovere, ieri come oggi, ovunque la giustizia e la dignità vengono attaccate, umiliate e distrutte” ha poi aggiunto Valsecchi, dopo aver citato la pandemia, l’impegno in prima linea dei sanitari e l’adozione, da parte di tutti, di quei comportamenti necessari a limitare la diffusione del virus. La Resistenza è stata innanzitutto una rivolta morale prima ancora che militare. Ha rappresentato un comune sentire, un sentimento diffuso nelle coscienze che si è poi tramutato in diverse forme di opposizione”

Daniele Vanoli, in rappresentanza dell’Anpi, ha sottolineato di aver preso la tessera dell’associazione  a 16 anni. L’uomo ha aperto il suo intervento ricordando Attilio Enzo Galli, operaio del paese, classe 1917, partigiano della 55esima Brigata Fratelli Rosselli, ucciso a Introbio il 31 dicembre 1944.