Brivio: si è spento Giovanni Riva

Dolore a Brivio per la scomparsa di Giovanni Riva, che avrebbe compiuto 60 anni il 22 agosto. Nato e cresciuto a Brivio, Giovanni era stato uno dei primi a frequentare la cooperativa sociale L’Alveare, da sempre attenta ai bisogni delle persone diversamente abili.  Lorenza Sonia Villa ha condiviso sui social un ricordo che racchiude e identifica la personalità di Giovanni. “Dopo lunga malattia, si è spento Giovanni Riva: un uomo, anzi un ragazzo che avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 22 agosto. Ragazzo non per il politicamente corretto che impone di considerare tutte le persone come giovani, ma perché Giovanni, e come lui tutti i portatori della sindrome di Down, rimangono eterni ragazzi o, forse eterni bambini, con la loro purezza di animo dovuta, forse, all’esigenza di affetto, da ricevere e dare con grandi abbracci e baci.
E se, trascorrendo del tempo con Giovanni, si rideva molto, non era ridere di lui, ma ridere con Lui, come tra amici che non si risparmiano certo il prendersi in giro.
La parola integrazione anni fa non si usava, e magari il linguaggio non era sempre particolarmente delicato con chi era diverso: ma nell’oratorio di Brivio Giovanni si era integrato, con il suo tifo sfegatato per la Juventus e la frase sempre ripetuta: ”Mamma faccio il bravo”. Questa integrazione non è stata casuale, ma si è realizzata grazie alla passione e alla lungimiranza di Don Gino e Mariuccia e di tutti i giovani formati ed educati secondo i loro valori.
Ma, soprattutto, Giovanni era particolarmente legato alla sua mamma Carla che lo ha sempre accudito come un Tesoro. Sempre perfettamente vestito, con stile ed eleganza. Lui era felice con la sua mamma: si percepiva una grande sintonia a partire dai loro sguardi e dai loro gesti mentre condividevano una pausa per il “caffettino” o il cappuccino con la brioche.
Purtroppo Lei lo ha preceduto nel lasciare questa terra, fortunatamente potendolo affidare alle cure della sorella Paola, che è diventata quindi madre di un terzo figlio (o forse del primo). Figlio che ha richiesto sicuramente tante cure, quante soddisfazioni ed emozioni ha dato.
Fondamentale poi è stata la costituzione dell’Alveare, associazione che ha consentito a Giovanni di trovare una collocazione attiva nella società, di essere creativo, di lavorare e sentirsi parte di un gruppo.
Giovanni era un buongustaio ed amava soprattutto una pietanza: il pollo. Declinato in qualunque maniera ma, soprattutto, cucinato da chi gli era vicino. Giovanni amava il mare, giocare con la sabbia e con le onde con le sue nipoti che adorava sopra ogni cosa.
Si sentiva felice ed orgoglioso di essere zio, uno zio speciale, con un cromosoma e migliaia di emozioni in più da donare a chi sapeva amarlo ed essere in sintonia con lui.
E l’ultimo suo gesto è stato, ancora una volta, d’affetto: un ultimo piccolo bacio a chi lo ha vegliato fino all’ultimo respiro.
Buon viaggio Giovanni, attraverso i girasoli d’agosto fino alle nuvole più alte, chissà quante cose avrai da raccontare alla tua mamma…Veglia su di noi e, ogni tanto, vienici a trovare nei nostri sogni, per farci ancora sorridere”.