Bonacina: arrivano almeno 20 migranti nell’ex scuola primaria

L’emergenza maltempo ha portato ad alcuni rallentamenti, ma se tutto procederà come previsto, entro la fine della prossima settimana, l’ex scuola elementare di Bonacina accoglierà i primi richiedenti asilo. Saranno almeno una ventina, con un tetto massimo di 35 unità, per lo più giovani uomini destinati alla provincia di Lecco dal sistema centralizzato di “smistamento” o già presenti sul territorio, in altre strutture. L’obiettivo è fornire loro una sistemazione temporanea mentre iniziano il processo di integrazione.

La notizia è stata confermata dal Prefetto Sergio Pomponio, che ha assicurato che l’ex edificio scolastico sarà utilizzato come centro di accoglienza temporaneo per un massimo di otto settimane, con l’obiettivo di non ostacolare i lavori di trasformazione della struttura in un nuovo asilo nido a servizio delle famiglie del quartiere.

Una novità importante è che i richiedenti asilo ospitati a Bonacina non saranno lasciati senza supporto. La Prefettura, in collaborazione con enti del terzo settore, sta lavorando per offrire servizi aggiuntivi rispetto al vitto e alloggio, tra cui corsi di italiano, attività di mediazione, supporto psicologico e servizi di accoglienza presso la Casa della Carità di via San Nicolò. Anche la Croce Rossa contribuirà fornendo letti, aiutando così a contenere i costi.

Tutto questo è finalizzato a garantire un trattamento dignitoso ai richiedenti asilo e ad avviare un percorso di integrazione che coinvolga la comunità locale. Il Prefetto Pomponio ritiene che sia importante affrontare la questione dei migranti con una visione a lungo termine, lavorando sulla pre-integrazione e combattendo pregiudizi. Si auspica che un’accoglienza diffusa su tutto il territorio contribuirà a superare le ansie e a costruire una società più inclusiva.

Il Prefetto ha anche sottolineato che, nonostante le preoccupazioni sulla sicurezza, non ci sono stati problemi con i richiedenti asilo presenti nelle diverse strutture del territorio negli ultimi 18 mesi. Spera che questo approccio alla sanità pubblica e alla sicurezza contribuirà a garantire una convivenza armoniosa tra i nuovi arrivati e la comunità locale. Al momento, sembra che non sia necessario ricorrere a moduli abitativi in aree pubbliche o private.