Allarme sicurezza a Lecco, per il sindaco i controlli funzionano

«I pattugliamenti e i controlli dei giorni scorsi nelle zone “calòde” della città hanno funzionato, ma è ovvio che non basta e che l’azione per la sicurezza deve essere continua e composita; gli spazi disabitati degenerano purtroppo ed è anche su questo che lavoriamo, inoltre riguardo ai giovani bisogna offrire loro percorsi alternativi a certi modelli di antieroe dati magari da rapper che diventano caricature di se stessi». Queste le prime dichiarazioni del sindaco di Lecco Mauro Gattinoni durante la conferenza stampa organizzata nei giorni scorsi insieme al vicesindaco e assessore alla Polizia Locale, Simona Piazza, e dell’assessore al Welfare, Emanuele Manzoni.

Grazie alla Polizia locale e alle altre forze dell’ordine

In particolare il primo cittadino ha parlato dei controlli in via Volta e delle operazioni congiunte con le varie forze di Polizia in viale Turati: «In questo caso c’era un fenomeno di spaccio che è stato risolto dalla polizia giudiziaria – ha detto – ma non possiamo assicurare che non si sia spostato altrove; di certo le telecamere di sicurezza aiutano molto il lavoro degli investigatori così come le segnalazioni dei cittadini e il coordinamento con la Questura e la Prefettura».

Telecamere come deterrente e controllo continuo

Sono 164 le telecamere attualmente presenti in città e a quanto ha assicurato l’assessore Piazza «tutte funzionanti». Tra le novità oltre a quelle che verranno installate in tutto viale Turati, sono state installate a fine 2021 nell’area della Piccola, poi è stato vinto il bando sicurezza della Regione da 80 mila euro per installare le telecamere nei parchi Belledo, villa Gomes e una mobile che verrà utilizzata in alcuni periodi in aree sensibili con la connessione via fibra, entro fine settembre. Chi sono i responsabili dei disordini? «Sono giovani ma non solo giovani, di nazionalità straniera o italiana, sia lecchesi che in transito nel nostro territorio, ovvero che raggiungono la nostra città in treno e poi fanno ritorno – ha detto l’assessore Piazza – alcuni che magari esagerano nei modi, su altri sono in corso gli accertamenti delle forze dell’ordine. Ciò è quanto ci è possibile dire ora, in attesa che si concludano questi accertamenti».

Stazioni sicure e presidiate dalla Polizia locale in 14 comuni

«Le aree calde intorno alle stazioni sono un punto cruciale e insieme alla Polfer la nostra polizia locale e quella di 14 comuni limitrofi è impegnata a sorvegliarle, grazie al progetto biennalizzato stazioni sicure – ha precisato la Piazza – Non c’è una ricetta unica per un problema sociale così complesso, ma gli interventi di breve e lungo periodo anche culturale e sociale sono importanti. Questo è un periodo difficile e insolito della nostra città, ma che fa parte di una trasformazione generale».

L’emarginazione si combatte con un lavoro coordinato

Il tema del contrasto all’emarginazione e l’accompagnamento verso una vita di lavoro e normale per gli emarginati è correlato alla sicurezza, come ha spiegato l’ assessore ai servizi sociali Emanuele Manzoni. «Qui durante l’anno abbiamo censito 15 persone senza fissa dimora e le ragioni sono varie, dal tema della salute mentale (scelta) a quello della povertà – ha spiegato – il nostro è un Lavoro in rete tra istituzioni, polizia locale e servizi sociali che parte dalle segnalazioni dei cittadfini poi arriva a prefettura e questura in continuo dialogo con dormitori in percorso intrecciato con bandi pnrr». Per un nuovo centro di accoglienza a bassa soglia è stato stanziato infatti un milione di euro, ovvio che poi bisogna costruire un progetto di vita intorno all’accoglienza primaria. Il tutto in attesa dell’aperura della Casa della Carità a breve. «Ci sono poi delle equipe di strada che seguono le varie marginalità – ha concluso Manzoni – e dai report che abbiamo sappiamo che non rimangono nello stesso luogo per più di due settimane».