Allarme dalla Cgil: lavoro povero nel lecchese per oltre 16 mila persone

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La CGIL ha lanciato un allarme riguardo a una crescente problematica, sia per il presente che per il futuro, nel territorio lecchese: il “lavoro povero”, caratterizzato da salari inferiori a 9 euro all’ora. Secondo un’indagine condotta dal sindacato nel 2022, 16.400 persone, corrispondenti all’11% del totale dei lavoratori a tempo pieno, sono rientrate in questa categoria.

I settori con la più alta incidenza di lavoratori a basso reddito sono le colf (quasi esclusivamente donne) con il 59,6%, seguiti da turismo-ristorazione (23,2%) e istruzione (22,9%). Anche settori come costruzioni, sanità e assistenza sociale, trasporti, industria e commercio sono coinvolti, tutti già afflitti da precarietà e “part-time involontario”, ovvero da orari non scelti volontariamente dai lavoratori. Questo crea un doppio problema di povertà in tali settori, e le prospettive future non sembrano promettenti, soprattutto con l’espansione del turismo nella regione lecchese.

Francesca Seghezzi della segreteria della CGIL ha sottolineato che i dati non hanno tenuto conto dei lavoratori della vigilanza e dei multiservizi, il che potrebbe amplificare ulteriormente il problema.

Questa crescita di lavoratori a basso reddito è destinata a generare, a sua volta, una generazione di pensionati poveri. Luca Picariello ha evidenziato due casi emblematici: una donna con anni di lavoro all’estero che ora riceve una pensione di 394,84 euro al mese e un uomo con vent’anni di esperienza come operaio che guadagna 574,78 euro al mese.

La CGIL ha lanciato un appello all’intera comunità lecchese per affrontare questa sfida e ha sottolineato l’importanza di agire ora per evitare conseguenze gravi sulla spesa sociale e sul benessere generale della società. Si prevede che il manifatturiero vedrà una diminuzione del numero di lavoratori nei prossimi anni a causa dell’automazione, il che potrebbe aggiungere nuove sfumature al problema. In definitiva, l’inversione di questa tendenza è fondamentale per il futuro della comunità lecchese.