Don Marco, il “prete di galera” festeggerà i suoi 40 anni di sacerdozio sulla Grigna

don marco tenderini

Don Marco Tenderini, classe 1958, domani, sabato 2 luglio, festeggerà i 40 anni di sacerdozio.

“Il 12 giugno 1982 sono diventato prete e un mese dopo sono salito in Grignetta con i miei compagni, familiari e con il Cardinale Martini” ha detto. Una tradizione che è diventata famosa nel lecchese: ad ogni scadenza importante la scalata della grignetta è stata ripetuta.

Don Marco Tenderini ama definirsi come un “prete di galera” complice il fatto che da anni è il cappellano del carcere di Lecco. “Adesso siamo nel 2022 – scrive don Marco – e si torna in vetta… per questo vi invito a salire con me in Grignetta per dire grazie al “Signore delle cime” e a condividere una cena fraterna”. Con queste parole il don invita i cittadini e fedeli a partecipare il 2 luglio: il ritrovo è confermato al parcheggio vicino alla Chiesa dei Pian dei Resinelli alle ore 7.30 per dare il via alla scala. I sentieri da affrontare saranno molteplici e ognuno sarà libero di fare il più consono alle sue capacità:  Cermenati, Senigaglia, Direttissima e Cecilia, Scarrettone, Porta, Segantini… e altri. Una volta in cima alle ore 11.30 ci sarà la Santa Messa e un allegro picnic con il pranzo al sacco. La discesa è fidata per il pomeriggio, con arrivo a La Montanina alle ore 18 circa dove si concluderà la giornata con una gustosa cena in compagnia che inizierà alle ore 19.39.

Il ricavato sarà devoluto a sostegno dell’associazione “A Força da Partilha” fondata da don Marco per aiutare i progetti in Brasile e Kenya.

La storia di don Marco

“I primi 12 anni da prete ero a Muggiò, dove sono rimasto fino al 1994. In quella comunità ero il coadiutore in oratorio: quelle strade sono state il mio primo amore, mi hanno insegnato tanto e lì ho imparato a esser prete. In seminario insegnano la teoria, ma la pratica si impara sul campo”. “Muggiò – ha continuato don Marco – Era una comunità di 12mila abitanti: avevamo anche 500 fra bambini e ragazzi negli oratori feriali, o nelle vacanze estive. Poi nel 1994 è arrivato l’incarico come responsabile della Pastorale Giovanile interparrocchiale a Cernusco Lombardone, con Osnago, Pagnano di Merate e Montevecchia: un’esperienza che ha allargato i miei orizzonti e i ha concesso di collaborare e creare delle iniziative di aiuto per il Brasile e l’Africa grazie alla conoscenza di alcuni missionari nelle zone in questione”. 

Don Marco ha infatti creato l’associazione “Note di condivisione”, una manifestazione benefica musicale che è partita nel 1997 con il primo concerto dei Nomadi, poi è stato il turno di Van De Sfroos nel 2000. La fondazione ufficiale è avvenuta nel 2003 come supporto organizzativo: pianificazione di viaggi sul posto, studio delle situazioni, attività di sensibilizzazione.

“In Brasile sono stati sette viaggi. Poi abbiamo avviato in Kenya il Progetto Solo per i bambini, in collaborazione con il dottor Pino Bollini, primario all’Ospedale di Merate”.

Don Marco non si è mai fermato nel tentativo di aiutare le persone in difficoltà, infatti alla fine degli anni 90 ha accettato l’esperienza carceraria a Opera: “lì che è nata in me la vocazione del “prete di galera”. Così nel 2002 il primo incarico in carcere a Monza durata all’incirca due anni. Conclusa quella esperienza, ho cominciato a collaborare con la Caritas Ambrosiana (di cui oggi è responsabile per il lecchese) e sono andato avanti per dieci anni, ma la vocazione al carcere rimaneva, quindi nel 2015 ho iniziato ad affiancare don Mario Proserpio, a quei tempi cappellano in via Beccaria, fino a sostituirlo definitivamente nel 2020. In quell’anno sono diventato titolare nelle carceri, ma continuo a collaborare anche come aiuto cappellano all’Ospedale di Lecco e come responsabile della Caritas di Lecco, oltre ad essere in forza nella Comunità Pastorale Beata Vergine di Lourdes, a Bonacina. 

La passione più grande di don Marco è appunto il carcere perché a sua detta è il luogo in cui si incontra nel profondo un’umanità ferita, colpevole e sofferente.