La speranza di mister Foschi: «La Serie B me la voglio giocare a Lecco»

L’allenatore bluceleste ha parlato al termine della Finale contro il Foggia.

Tutto vero: il Calcio Lecco torna in Serie B dopo 50 anni. I blucelesti, dopo aver espugnato lo “Zaccheria” col risultato di 2-1, superano il Foggia 3-1 nella gara di ritorno: mattatore del match, con una doppietta, Franco Lepore mentre Lakti è lesto a sfruttare una clamorosa sbavatura di Dalmasso.

Le parole del tecnico in conferenza stampa

L’allenatore bluceleste, Luciano Foschi, ha parlato al termine del match. Ecco le sue dichiarazioni in conferenza stampa ai giornalisti presenti.

Mister, è successo:
«Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto venire a Lecco per fare qualcosa d’importante da allenatore. Non pensavo così tanto. Il primo giorno ho percepito scetticismo, invece abbiamo qualcosa che deve andare nella storia. Siamo stati dei grandi, semplicemente perché siamo stati i più bravi, oggi ha vinto la squadra più brava contro quella più forte che ci ha spaventato. Abbiamo vinto senza attaccarci a qualcosa: non parlo di arbitri e politici, ascoltiamo musica e ci guardiamo in faccia. Non penso di essere presuntuoso, ma un po’ ambizioso: ho detto ai ragazzi di voler diventare l’allenatore della Nazionale e questa voglia mi dà modo di provarci. Mi sono fidato ciecamente dei miei uomini, hanno ripagato una città che mai e poi mai pensava di tornare in Serie B. Oggi non ci siamo accontentati dell’1-1, abbiamo stravinto. E ho dato tanto merito a tutti quelli che sono stati con me. Al presidente cosa vogliamo dire? È folkloristico e basta, ho un’umanità che non traspare ma che trasmette la passione per questa squadra».

Quando l’avete capito?
«Ci sono stati momenti che si sono susseguiti, a un certo punto abbiamo avuto la consapevolezza di non poter vincere, ma di poter dare fastidio a qualcuno ai play off. Siamo passati da vittorie e sconfitte, ogni momento ci ha dato delle certezze: ogni pezzettino l’abbiamo messo lì e siamo cresciuti. Il pareggio con l’Ancona ci ha dato consapevolezza, poi siamo andati con grandissima personalità a vincere a Cesena e Pordenone. Abbiamo avuto un pizzico di fortuna, ma è la minima parte: in tanti ci hanno detto che siamo dei miracolati, ma sono andati in Serie B quelli. Tanto rispetto per chi vince la 47^ partita».

Sul futuro:
«Ci fermeremo due-tre giorni e poi parleremo con la società. Non credo si faccia fatica a trovare un accordo, perché io la Serie B me la voglio giocare a Lecco. Dopo oggi mi sento un po’ lecchese, oggi ho visto delle persone che sono grandi ma che non lo erano quando giocavo. Cos’ho sul petto? Un cuore bluceleste».

Il primo pensiero:
«Mi siedo e mi godo la gioia dei miei ragazzi, sono stato due-tre minuti seduto in panchina a farlo perché solo così ti godi quello che hai fatto. Il mio spirito d’osservazione è sempre tanto, alla Rai ho detto di voler andare in Serie B e dimagrire. Quella facile l’ho fatta…».

Partenza difficile:
«Per mezz’ora abbiamo avuto un macigno addosso, è stata la più brutta mezz’ora dei play off prima di un’ora fatta molto bene: un’ora contro trenta, se ci mettiamo anche la partita d’andata. Oggi i tifosi del Foggia hanno fatto grande tifo e non ho sentito manco molti insulti: questa rimane una pagina di sport importante in cui entrambe le tifoserie sono state grandiose. Grazie anche al Foggia e al comportamento dei suoi tifosi, perché sono stati grandi all’andata – quando non si sentiva la mia voce – e altrettanto lo sono stati i nostri. Magari tutte le partite fossero così, oggi ha vinto lo sport: hanno vinto anche i tifosi del Foggia, permettetemi di dirlo».

Foschi is on fire:
«I tifosi ci hanno anche insultato, ci siamo rimasti male ma non ci hanno mai fatto mancare il loro supporto. Abbiamo remato tutti dalla stessa parte, com’è normale che sia quando si ottengono questi risultati».

Stasera ci saranno tanti ricordi familiari:
«Negli spogliatoi è entrato Pasinato, la storia del calcio qui. Lui è stato l’ultimo ad aver giocato in questa categoria qui, finalmente tornerà allo stadio di sabato. Ma i bambini se lo ricorderanno fino a quando saranno adulti. Sono successe tante cose meravigliose, tante sfaccettature che non sarebbe giusto raccontare».

Su Franco Lepore:
«Parliamo del nulla, ha fatto tre gol in due partite e domani compie 22-23 anni… Ce l’abbiamo fatta soprattutto grazie a chi non ha giocato e ha aspettato».