Coppa del Mondo Canoa, Klokpah si qualifica agli Europei in Portogallo

L’atleta derviese ha ottenuto il sesto posto in Coppa del mondo dopo aver vinto la sua batteria in semifinale.

Il canoista Kwadzo Klokpah ha conquistato il sesto posto in Coppa del Mondo dopo aver vinto la sua batteria in semifinale. Iniziata la stagione 2023 con la prima gara in Ungheria. Un grande risultato per il canoista, un traguardo importante che è il connubio perfetto di costanza, sacrificio e temperamento.

Le dichiarazioni dell’atleta derviese

«Questa Coppa del mondo – spiega l’atleta derviese della Canottieri Lecco – è un appuntamento molto importante perché chi entrava in finale, si qualificava per gli europei che si terranno in Portogallo a luglio».

Una partenza in salita

La soddisfazione di Kwadzo: «La partenza è stata abbastanza incerta, non sono riuscito ad entrare in finale diretta nella prima gara di giovedì, ma oggi mi sono fatto valere vincendo la semifinale e conquistando il posto in finale. Una finale combattuta, ma ho tenuto una buona frequenza dal primo colpo fino alla fine, chiudendo in sesta posizione. Risultato che mi soddisfa, perché è un punto di partenza molto importante per vedere il mio livello effettivo e quello dei miei avversari».

Un doppio impegno in vista

Klokpah non si pone limiti e pensa già ai prossimi impegni professionali: «Ora torniamo a casa e ci concentriamo per prepararci al meglio per gli europei in Portogallo e i mondiali a Duisburg in Germania che valgono per la qualifica olimpica per Parigi».

La storia del canoista dal dramma in Ghana alla partenza per le Paralimpiadi di Tokyo

L’atleta fa parte della Canottieri Lecco, una società che ha sfornato diversi campioni a partire dal lecchese Antonio Rossi, ex canoista italiano, campione olimpico e mondiale nel kayak velocità, nonché vincitore di sette medaglie d’oro. 32 anni, di origini ghanesi, Klokpah è arrivato in Italia grazie al papà Stefano Cassinelli, giornalista lecchese e attuale sindaco di Dervio, che conosce Kwadzo nel 2000 proprio in Ghana dove era impegnato in una missione: «Ricordo bene il nostro primo incontro – aveva raccontato nel 2017 Stefano Casinelli in occasione di una conviviale del Panathlon Lecco – arrivava da un ospedale dove aveva subito la parziale amputazione di un arto. Non mangiava da giorni, perché nessuno gli portava del cibo durante la degenza. Era orfano, sua madre era morta quando era in fasce e suo padre lo aveva abbandonato. Pesava 19 chili, sulla carta aveva 11 anni ma non ne dimostrava più di sei».