Calcio Lecco, Foschi prima del Modena: «Dobbiamo pensare a noi»

A quasi sette giorni dalla sconfitta contro il Brescia al Rigamonti Ceppi, immeritata per quanto mostrato sul campo in termini di gioco dalla squadra di mister Luciano Foschi, il Lecco è pronto a giocare il suo primo match in trasferta di questa storica annata in Serie B. Domani, allo stadio Alberto Braglia di Modena, è in programma Modena-Lecco.

La conferenza di mister Foschi

In via don Pozzi è intervenuto, nella consueta conferenza stampa pre-partita, l’allenatore Luciano Foschi.

Modena avversario per la salvezza? «Sono troppo impegnato a pensare a cosa deve fare il Lecco, più che preoccuparmi di quali saranno le squadre che lotteranno per salvarsi. Credo che il Modena sia partito forte e abbia delle ambizioni magari più importanti, quindi ho grande rispetto di questo. Al netto del fatto che tutte le squadre di Serie B mi sembra che vogliano fare qualcosa in più della salvezza. Dobbiamo pensare a noi, a crescere come squadra, come prestazione. Penso che il Lecco abbia fatto due buone prestazioni, forse una e mezza, perché il primo tempo con il Catanzaro abbiamo sofferto l’impatto con la categoria, una squadra ben organizzata e più avanti nella condizione. Nel secondo secondo tempo abbiamo giocato alla pari e secondo me abbiamo buttato via la possibilità di fare risultato positivo. Col Brescia abbiamo fatto una buonissima prestazione, e anche il pari ci stava stretto. Però l’abbiamo persa e per colpa nostra. Dobbiamo continuare a ricercare le prestazioni, che sono quelle attraverso le quali possiamo fare risultato, senza prestazioni sappiamo già che è dura farlo, soprattutto in questa categoria. Mi preoccupo del Lecco e non so quali saranno le squadre che lotteranno per salvarsi, non sta a me dirlo. Lo dirà il campionato, fra quindici partite probabilmente avremo un quadro più chiaro di quello che possono essere le ambizioni di tante squadre, Lecco compreso. Dobbiamo pensare a noi e a fare le cose fatte bene, soprattutto a limare ancora gli errori. Ne abbiamo fatti tanti con il Catanzaro e molti meno con il Brescia, e dobbiamo arrivare allo zero. Più siamo vicini allo zero dal punto di vista degli errori e più abbiamo possibilità di fare risultato»

La formazione e l’eventuale utilizzo di Mangni, ex Modena: «Non do la formazione ma non perché abbiamo qualcosa in contrario, ci sono tanti colleghi che lo fanno ma io non lo faccio, semplicemente perché non è giusto domani mattina i miei ragazzi si svegliano, aprono il giornale e leggono qualcosa che devo dirgli io. Siccome il rapporto fra me e i miei ragazzi è questo, non parlo né di Doudou né di Eusepi né di Novakovich. Non parlo di nessuno. Ci sono venticinque convocati e sono tutti potenzialmente schierabili dal primo minuto o a partita iniziata. È chiaro che domani ce ne saranno ventitré che andranno in panchina e due che andranno in tribuna. Preferisco che tutti quanti arrivino alla partita convinti di giocare o perlomeno si rendano predisposti a fare la gara, altrimenti se succede qualcosa sono io quello in torto»

Fase difensiva e possibili cambiamenti: «Sia nella scelta dei giocatori che negli atteggiamenti stiamo cercando, un tassello per volta, di trovare la quadra. Siamo una squadra che ha iniziato a lavorare quindici giorni fa. Se fossimo a fine luglio, visto che siamo partiti a metà luglio, saremmo qui a dire ‘sì, è vero, ma quando arriverà il campionato questa squadra troverà la quadra e sarà pronta’. Noi il tempo adesso non ce l’abbiamo, dobbiamo fare in fretta e lavorare tanto e lo stiamo facendo, su questo aspetto. Cercare di trovare in fretta la quadra migliore, sia nella scelta degli uomini che nell’atteggiamento. Con alcune squadre ci vuole un tipo di comportamento e con altre ce ne vuole un altro. Ma l’identità di squadra dev’essere un po’ quella, come quella dell’anno scorso. Abbiamo tantissimi giocatori nuovi che sono con noi da due settimane e questa cosa ci mette nelle condizioni di dare tante nozioni e tutte insieme e magari qualcuno ogni tanto scappa via. In questo momento insisto con la squadra di essere più convinta di quello che sa fare, perché secondo me è una buona squadra che è ancora titubante. Dobbiamo toglierci di dosso queste esitazioni e dobbiamo essere più convinti e decisi, essere determinati. Non abbiamo tempo, dobbiamo fare risultati e prestazioni, cominciare a mettere punti in classifica, perché non mi piace sentir dire che abbiamo tre partite da recuperare. Io le voglio recuperare con una condizione di classifica migliore perché in quella giornata siamo gli unici che possono fare punti e allora possiamo migliorare. Ma dobbiamo migliorare non rattoppare i danni che abbiamo fatto in precedenza. Tutte le partite sono opportunità per fare punti e dobbiamo metterci in testa che possiamo essere all’altezza di fare punti ovunque oppure da nessuna parte. Dipende solo ed esclusivamente da noi e dobbiamo accelerare i tempi e il livello mentale e psicologico per mettere in pratica quello che prepariamo»

Settimana di gestione con avversari alla portata? «Occorre pensare partita per partita. Domani ne abbiamo una molto difficile perché sappiamo la forza del Modena però ce la vogliamo giocare alla pari. Sono convinto che la mia squadra possa andare lì a fare risultato perché ha le potenzialità e la condizione per fare risultato. Dopodiché domani sera vedremo quello che sarà successo e cominceremo a pensare, nel viaggio di ritorno, alla Feralpi. Dobbiamo andare avanti una partita per volta. Non possiamo fare programmi. Siamo in tanti e cercheremo, partita dopo partita, di usare le forze migliori, perché le energie che si spendono sono tante, spenderemo tante energie domani e martedì abbiamo bisogno di gente che ne spenda delle altre. Dobbiamo pensare una partita per volta; vediamo cosa succede domani e poi cominceremo a pensare alle altre due gare»

Tante opzioni in attacco: «Ho tante scelte a disposizione, tra chi gioca e chi andrà in panchina ci sarà qualcuno che andrà in tribuna. Non possiamo portare in panchina sei attaccanti se dopo ho bisogno di due centrocampisti e due difensori poi non li ho. Devo cercare di coprire tutti i ruoli e non portare troppi doppioni. È anche vero che gli attaccanti sono quelli che “entrano di più” e sicuramente ce ne sarà un numero maggiore in panchina, però ho bisogno anche dei centrocampisti e dei difensori»

L’approccio nelle prime due partite: «Sono state due partite sotto certi aspetti simili. Siamo stati molto timidi all’inizio, cosa sul quale abbiamo lavorato in settimana e non dobbiamo permettercelo, non possiamo sempre partire da -1. E abbiamo pagato anche caro. Col Brescia più per l’eurogoal che per gli errori della squadra. Non abbiamo fatto errori clamorosi, abbiamo preso un goal che in questa categoria ci sta. Un’amnesia durata 7-8 minuti. Subito dopo il goal abbiamo cominciato a macinare gioco. Il primo tempo abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, concedendo quello che dovevamo concedere. Se crei sette, otto, dieci occasioni da goal e il rigore è normale lasciare un po’ di spazio agli avversari che possono essere sfruttati. Non abbiamo concesso occasioni. La differenza è che col Catanzaro abbiamo concesso un tempo, con il Brescia dieci minuti del primo tempo. Nel secondo è stata una partita equilibrata dove abbiamo commesso un altro errore che probabilmente abbiamo pagato caro perché ha chiuso la partita. Le tante cose positive è che nel secondo tempo ci siamo guadagnati un calcio di rigore a testimonianza che la mia squadra non molla mai. Questa è la cosa che mi tengo più stretta, è stata nel nostro DNA l’anno scorso e la stiamo riportando anche quest’anno e dobbiamo continuare. Al di là di vincere o perdere, la cosa che non amo nella vita è la gente che si piange addosso, che molla subito alla prima difficoltà, mi fa arrabbiare. Ci punto sempre a livello mentale e di comportamento con i miei ragazzi. È un punto di partenza che ho nella vita, non mi piace piangermi addosso e così come non mi piace dare la colpa agli altri quando la responsabilità è mia. Ho detto e ripetuto che le cose che faccio e fa la mia squadra ci portano ad essere responsabili di quello che si fa e consapevoli. Tutto il resto è relativo, diceva una canzone»

Le condizioni di Celjak e Guglielmotti: «Sono entrambi disponibili, recuperati dal punto di vista clinico al 100%. Dal punto di vista fisico quasi, sono entrati in discreta condizione e sono utilizzabili entrambi dal primo minuto»

Gli indisponibili: «Non ci sono. Ci sono i non convocati per scelta tecnica e i venticinque che vengono con noi»

Il tema dei rigoristi: «Non c’era nulla da chiarire. Ho già detto che se in campo c’è un giocatore, soprattutto un attaccante, che prende la palla e vuole tirare il rigore perché se la sente, io credo che l’allenatore la cosa migliore che possa fare è non intervenire. È il mio punto di vista, che non è detto sia giusto o sbagliato. Parliamo del nulla. Il problema del nostro calcio è che tutti giudicano, tutti sono pronti a puntare il dito e portare in gloria chi vince. La differenza è che noi prendiamo un goal su una traversa che va dentro e sbagliamo un rigore su un palo che va fuori. Se succede il contrario siam tutti dei fenomeni. Ciò non mi deve condizione sul lavoro e la prestazione ed è per questo che dobbiamo fare quest’ultima, perché non posso lavorare su un palo dentro o una traversa fuori. Poi, per chiarezza, prima della partita dirò che se c’è un rigore lo tira Tizio. Ma se si dovesse presentare la situazione in cui un giocatore prende la palla e lo vuole tirare io non posso entrare in campo a dirgli di no. Lui lo tira e basta. Speriamo che faccia goal. E speriamo di prenderlo, il rigore a favore. Sui chi lo tira e fa goal ci passa un mondo»

Le responsabilità della mediana nella fase difensiva: «I problemi vanno esaminati. Partiamo dai goal subiti: quelli col Brescia, uno con una sponda di testa e un calcio al volo, legato alla difesa perché la palla scavalca tutto il centrocampo. Quando parliamo di filtro, quello a centrocampo non vale più se la palla mi scavalca – io ero un centrocampista – sopra la testa. Lo fai sulle imbucate, le palle rasoterra e che ti giocano alle spalle. Se ti imbucano alle spalle è il centrocampo che non aiuta i difensori, che a loro volta sono costretti ad uscire e magari creano dei buchi perché rompono la linea difensiva che va ricomposta con le scivolate e le scalate. Questo è un problema. Se esamino il goal che abbiamo preso con il Brescia dico che il centrocampo è stato scavalcato, Bianconi è arrivato in ritardo su quello che colpisce di testa, Battistini è un attimo in ritardo su quello che calcia al volo, la palla prende una direzione ed è eurogoal. Abbiamo lavorato su questi aspetti che sono più legati al singolo. Sul secondo goal c’è poco da lavorare; secondo me Battistini nel momento in cui gli hanno portato via la palla lo sapeva da solo che aveva fatto un errore, era una palla da giocare più in fretta, gli abbiamo spiegato che forse si deve staccare un po’ già lontano dall’avversario, che in quel momento non c’è la prima giocata doveva girarsi e andare dal portiere… ne hanno di cose da fare. Ma è un errore del singolo, non dei centrocampisti o delle mezzali. Più o meno la stessa cosa è successa con il Catanzaro, abbiamo commesso un errore su calcio piazzato perché su calcio d’angolo, palla dietro ed eravamo troppo bassi, e se colpiscono di testa da un metro della linea di porta è normale prendere goal a meno che non la tiri fuori o te la tirino addosso. Io e i miei collaboratori cerchiamo di capire perché analizzando gli errori. Se sono singoli lo sanno già cosa non devono fare ma se invece è sbagliata una scalata o c’erano troppe distanze tra il centrale e il braccetto di sinistra curiamo quei particolari. Ma non siamo una squadra che ha concesso perché un reparto non fa una cosa. Stiamo lottando tutti insieme, compatti e lavoriamo sui concetti base per cercare di mettere in difficoltà gli avversari. Poi ci sono gli avversari. Va tutto rapportato a loro. Quando ero con Di Carlo al Chievo c’è stata una partita a Milano con il Milan nella quale nel primo tempo non avevamo sbagliato niente. Nel Milan giocava Ibrahimović e compagnia bella. Non avevamo sbagliato nulla, però perdevamo 4-0. Perché? Perché dall’altra trovi giocatori che ti puniscono e perché sono più forti, hanno genialità e hanno la giocata. A volte nel calcio succede anche questo, perché sennò finirebbero tutte 0-0 le partite»