A Calolzio una serata contro la violenza di genere

Il 25 novembre, tra gli eventi organizzati in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, “E lo chiama(va)no amore” a Calolzio si è distinto per un approccio unico: andare oltre l’onda emotiva scaturita dalla recente tragedia dell’omicidio di Giulia Cecchettin. L’incontro, tenutosi presso la sala Don Duci dell’oratorio di Sala di Calolziocorte, ha affrontato la violenza di genere come una problematica complessa che richiede un impegno quotidiano.

Grazia Brambilla, presidente di Telefono Donna Lecco, ha sottolineato l’importanza di andare oltre la data simbolica del 25 novembre, evidenziando il ruolo cruciale delle operatrici del centro antiviolenza. “Le operatrici continueranno a lavorare anche dopo il 25 novembre. Ogni uomo, ogni donna dovrebbe essere al nostro fianco. Vi chiedo di non essere indifferenti”, ha affermato con determinazione.

Il gruppo calolziese “CulturaInsieme” ha riunito diverse realtà per discutere di questa piaga sociale, portando alla luce il problema dell’indifferenza come uno dei meccanismi alla base della violenza di genere. Durante l’incontro, sono emerse testimonianze toccanti, tra cui quella di Adele, vittima di violenza, che ha condiviso la sua esperienza e ha sottolineato l’importanza di farsi aiutare.

Il dottor Paolo Schiavo, referente medico del gruppo di contrasto alla violenza di genere dell’ASST Lecco, ha fornito dati impressionanti sulla frequenza di casi di violenza nei pronto soccorso nel 2023. Ha spiegato come le vittime vengano ascoltate attraverso l'”ascolto empatico” nella cosiddetta “stanza rosa”.

L’incontro ha concluso con l’intervento di Raffaella Cerrato, presidente della sezione lecchese di Unione Donne in Italia, che ha ripercorso le lotte delle donne nel corso della storia. La professoressa Roberta Zaccagni ha annunciato la prossima edizione del concorso di poesia “A Susanna”, dedicato alla figlia della docente scomparsa, focalizzandosi sulla qualità delle relazioni e sull’essenza dell’amore.

L’evento si è chiuso con l’esecuzione dell’Hallelujah di Leonard Cohen da parte dei talentuosi musicisti Lucia Milani e Patrick Pavesi, accolto dagli applausi del pubblico in sala. “E lo chiama(va)no amore” ha rappresentato un’occasione di riflessione profonda, andando oltre l’effimera consapevolezza giornaliera e sottolineando l’importanza di un impegno costante contro la violenza di genere.