Un successo la presentazione del libro di Luca Rota

Nel suggestivo scenario di Olginate, Luca Rota, autore e blogger lecchese, ha presentato il suo ultimo libro, “Il miracolo delle dighe”, uscito nel 2023 per Fusta Editore. La conferenza, svoltasi nell’ambito della rassegna culturale “Estate di San Martino”, ha attirato l’attenzione degli appassionati locali, desiderosi di esplorare la storia delle imponenti costruzioni alpine.

Il libro, come sottolinea l’autore, va oltre la semplice trattazione di dighe e paesaggi. Esso attinge profondamente dalla storia umana, offrendo una narrazione coinvolgente che collega il lettore alla ricchezza di questi territori montani. La passione di Rota emerge chiaramente mentre sfoglia le pagine e presenta le suggestive foto dei paesaggi alpini che si susseguono sullo schermo.

L’ispirazione per il libro ha avuto origine nel 2019, quando il rifugio Garibaldi in Valle Camonica aveva chiesto all’associazione culturale Alpes di realizzare eventi che trasformassero le dighe in grandi palcoscenici. Nonostante l’interruzione causata dalla pandemia, l’osservazione degli escursionisti affascinati dalla diga di Trona in alta val Gerola ha stimolato Rota a concretizzare il progetto nel formato di un libro.

La presentazione ha esplorato le grandi dighe alpine, iniziando da Chiavenna, dove nel 1883 fu messa in moto la prima turbina per la produzione di energia idroelettrica. Il viaggio si è poi esteso attraverso le Alpi, toccando luoghi come la diga della valle di Lei in Svizzera e la diga di Kolnbrein in Austria.

Rota ha dedicato particolare attenzione a Claudio Marcello, definito “il più grande costruttore di dighe mai esistito in Italia”, e ha evidenziato come molte di queste strutture abbiano una storia affascinante e talvolta tragica. La presentazione ha toccato tragedie come il Vajont nel 1963 e la diga del Gleno nel 1923, offrendo uno sguardo critico sugli errori che hanno portato a tali eventi.

L’autore ha sottolineato che, nonostante le tragedie del passato, il dibattito sulla costruzione di nuovi invasi è nuovamente attuale. In Svizzera sono già in corso sette nuovi cantieri, mentre in Italia il processo è più lento e spesso ostacolato dalle opposizioni delle comunità locali. Rota ha concluso incoraggiando una riflessione sulla possibilità di incrementare la produzione di energia idroelettrica nel rispetto del territorio e delle montagne.

Infine, con uno sfondo che mostrava la torbiera di Preda Rossa in Val Masino, Rota ha invitato a comprendere non solo la bellezza di questi ambienti, ma anche l’importanza dei paesaggi alpini nella storia collettiva. Sottolineando il diritto di godere di tali territori, ha sottolineato il sacrosanto dovere di proteggerli per le generazioni future.