Zamperini: bene il decreto siccità, occorre preservare l’acqua

Giacomo Zamperini

Dopo l’approvazione del DL Siccità del Governo Meloni, il quale prevede misure per la semplificazione delle procedure per alcune opere ed una nuova cabina di regia nazionale, interviene il lecchese Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale della Lombardia di Fratelli d’Italia.

“Il cambiamento climatico e le esperienze passate hanno ormai evidenziato come la crisi idrica sia diventata un problema strutturale e, quindi, non possa più essere affrontata solo come un’emergenza. Bene ha fatto il Governo di Giorgia Meloni a varare misure importanti per consentire la pianificazione di una strategia lungimirante che protegga i cittadini dai rischi della siccità, salvaguardando soprattutto l’utilizzo idropotabile ed irriguo delle acque. Questo decreto va nella direzione giusta, cioè quella dell’ascolto dei territori, mettendo in rete la nuova Cabina di Regia nazionale con i tavoli regionali per l’emergenza idrica che già sono operativi, come avviene in Lombardia. Occorre continuare a lavorare bene per bacinizzare il più possibile, aumentando le riserve idriche sul territorio lombardo e sostenendo un grande piano infrastrutturale che consenta di creare nuovi invasi, rigenerando anche quelli esistenti. Bene ha fatto anche il ministro Lollobrigida a puntare sul riutilizzo delle acque reflue bonificate in agricoltura, ponendo l’attenzione sul tema della filiera agroalimentare che si appresta ad affrontare la nuova stagione irrigua, dalla quale dipenderanno la sorte dell’intero comparto.

Gli enti regolatori dei grandi laghi lombardi stanno tentando di mantenere alti i livelli, ottimizzando la risorsa idrica disponibile e svasando il meno possibile per accumulare una riserva che sia sufficiente a superare l’avvento del caldo. Ancora troppo spesso, però, i bacini alpini regolano i flussi in base ai prezzi di borsa dell’energia elettrica, quindi aprono i “rubinetti” a monte quando è economicamente conveniente produrre energia e non necessariamente quando serve per regolare i livelli. Andrebbero riviste e migliorate le attuali convenzioni tra enti, anche siglando nuovi accordi con la vicina Confederazione Elvetica, la quale cuba circa un quinto dei 500 milioni di metri cubi di acqua presenti nei bacini alpini. Per avere una proporzione, basti pensare che il Lago di Como conta 250 milioni di metri cubi d’acqua di invaso a pieno regime, come prevede l’attuale concessione.

Fortunatamente, parlando più specificatamente del mio territorio e della provincia di Lecco, fino ad ora c’è stata una politica oculata da parte degli enti regolatori, il Consorzio dell’Adda, e di Regione Lombardia, frutto delle esperienze passate e delle competenze messe in campo, – conclude Giacomo Zamperini, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia. – la quale ci ha permesso di scongiurare che ci fosse uno scenario peggiore rispetto a quello attuale, permettendo al livello del Lago di Como di essere, nonostante tutto, ancora nella media stagionale. Ogni centimetro del nostro lago vale un milione e mezzo di metri cubi d’acqua ed è anche per questo che bisogna tenere alti il più possibile alti i livelli e razionalizzare i flussi a valle, i quali percorrono la diga di Olginate con circa 200 metri cubi di acqua al secondo. Infine, è giusto promuovere politiche comunicative e formative che educhino a ridurre lo spreco di acqua nell’uso domestico, ma resta parallelamente fondamentale tornare ad investire per contrastare la dispersione idrica per colpa della quale si perde ogni giorno oltre il 40% dell’acqua potabile che viene distribuita tramite gli acquedotti.”