Paolo Trezzi: Lecco non è più una città a prova di bici, ma nessuno lo dice

«Puoi dire tutto quello che vuoi, fare cento comunicati stampa istituzionali e selfie su quanto sei green, ciclabile e per la mobilità sostenibile, ma se poi pure dove paghi ti bocciano perché no non sei un Comune ciclabile e negli anni retrocedi pure, più ancora che avere ruote sgonfie, qui mancano proprio e pure il manubrio». Questo l’affondo di Paolo Trezzi all’amministrazione di Lecco sulla “ciclabilità” reale della città e dopo che le classifiche fanno scendere il livello di ciclabilità lacustre.

«Nel 2021 dopo il Premio ricevuto come una delle Città Ciclabili facevo notare che doveva essere come il Nobel per la Pace a Obama. Sulla fiducia. Mal riposta. Era così. È stato così – continua il blogger politico – In fondo, bastava leggere la Delibera di Giunta nr 39 del 18/2/2021 dove al costo di 1500€, l’iscrizione alla Rete di Fiab “ComuniCiclabili”, assegnava già in automatico il Premio che si sbandierava. Bisogna avere il senso della misura non solo della misurazione. Così era. E così è stato.

Quest’anno è un fiasco addirittura peggiore certificato anche dall’assenza di foto elettorali, zero comunicati e “Ambientalniente” in silenziosa vacanza La giuria del Premio ha tolto a Lecco persino delle ruote (simbolo del voto) che già erano il minimo sindacale.

Da 8 a 6 ruote su un massimo di 25, una debacle

Su 5 possibili per ognuna delle 5 categorie per un totale max di 25 ruote, siam passati dalle già scarse 8 del 2022 alle 6 di oggi A scuola sarebbe passare da un 3 a un 2+…

E dove l’Amministrazione è riuscita pure a fare 0 è stato, in Comunicazione da 1 ruota dello scorso anno e da 2 ruote a 1 in Governance che è proprio come dire: nemmeno il tuo sai fare. Punteggio stabile 3 ruote su 5 è la categoria Moderazione (Velocità/Traffico) ma qui devono aver conteggiato il gioco dell’oca dei jersey colorati ormai ovunque e le code Insomma un fallimento ecologista, ambientale di ciclabilità e mobilità».

Dalla critica alla proposta

Secondo il parere di Trezzi servirebbero l’istituzione delle zone 30, le case avanzate, i percorsi protetti, le sperimentazioni di mobilità, le strisce bianche urbane, zone pedonali, ciclabili degne del nome, bus navetta (quelli estivi del “ti porto io in montagna” quest’anno sono stati silenziosamente eliminati) e poi, solo poi, i Premi da mettere in bacheca. Che poi ti bocciano pure e non basta far finta di niente e non fare comunicati e selfie».