Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” Solleva Perplessità sui Lavori Anti-Alluvione Lungo il Torrente Gandaloglio

Nella zona tra Oggiono e Molteno, dove sono attualmente in corso lavori per la prevenzione delle alluvioni lungo il torrente Gandaloglio, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” ha espresso serie perplessità riguardo a tali interventi.

Secondo il Circolo, per affrontare efficacemente il problema delle inondazioni, è necessario considerare le cause alla radice. Nel corso dei decenni, la zona circostante il bacino idrico del Gandaloglio è stata oggetto di una massiccia urbanizzazione, coinvolgendo sia le sponde del torrente che le aree naturali di esondazione. Si fa riferimento in particolare alla tratta del torrente che scorre tra capannoni industriali, compresa tra via per Dolzago e il Peslago.

Un ulteriore problema evidenziato dal Circolo riguarda la cementificazione massiccia nella zona del Mognago, precedentemente costituita da campi agricoli che fungevano da zone di esondazione naturale per il Gandaloglio. Questa urbanizzazione ha eliminato tali aree di deflusso naturale, costringendo il torrente, in caso di piogge intense, a riversarsi sulle strade circostanti.

Un’altra preoccupazione riguarda lo stabilimento della ex Segalini di Molteno, situato proprio alla confluenza tra il Gandaloglio e il Bevera, un punto critico dal punto di vista idraulico. Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” suggerisce che per risolvere i problemi di allagamenti, sia necessaria una gestione del territorio più oculata e la riduzione delle cause alla base del problema.

Secondo il Circolo, le opere attualmente in corso, che richiedono notevoli investimenti di denaro pubblico, potrebbero rappresentare soluzioni temporanee. Si fa riferimento all’esempio del 2002 a Baggero di Merone, dove, nonostante la costruzione di una vasca di laminazione, il fiume è comunque esondato, causando allagamenti e l’evacuazione di numerose famiglie.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” insiste sulla necessità di affrontare il problema alla radice, ovvero il consumo eccessivo di suolo. La chiave, affermano, è la formulazione di PGT (Piani di Governo del Territorio) che limitino ulteriori sviluppi edilizi, in modo da preservare le aree naturali di deflusso e contenere le conseguenze delle esondazioni dei corsi d’acqua in modo più sostenibile.