Partecipate sull’energia: per Ambientalmente Lecco serve un ente per le rinnovabili

Sostenibilità & Ambiente

Crisi energetica e crisi delle società partecipate provinciali anche a Lecco. Del tema e della sfida della transizione ecologica si parlerà in un convegno giovedì 28 settembre alle 17 in Sala Ticozzi a Lecco, quando il Gestore dei Servizi energetici incontrerà le Pubbliche amministrazioni e le partecipate, Lario rei Holding in testa.

«La sinergia tra istituzioni, aziende ed enti locali è al centro del confronto su temi strategici, quali quelli delle comunità energetiche rinnovabili, dell’autoconsumo collettivo, della riqualificazione degli edifici pubblici attraverso il conto termico, dell’efficientamento energetico del servizio idrico integrato, mediante il meccanismo dei certificati bianchi», spiegano.

Ma il tema cruciale è quello della crisi di Lario Reti Holding e del problema del dividendo del 2024 che avrà impatto negativo forse sui comuni. A fare il punto, criticando le soluzioni proposte dalla Provincia, è il gruppo Ambientalmente Lecco che scrive in una nota:

«Pensare di individuare in Silea, o nel forno inceneritore, la fonte di guadagno o di energia che tenga a galla con travasi o fusioni i bilanci degli enti locali o di altre partecipate è particolarmente miope e pone numerosi problemi. Uno dei vantaggi del nostro territorio è stato quello di guardare alla collettività. La scelta di porre nello statuto di Silea che una quota non inferiore al 70% deve essere reinvestita nella attività societarie, ha permesso di avere fondi per progettare e condurre, con bassi costi per la collettività, impianti virtuosi e all’avanguardia come il nuovo impianto di Seruso (al terzo posto come performance in Italia) e il futuro impianto di produzione di Biometano da rifiuti. Erodere questa capacità sarebbe un grosso errore.

Non va poi dimenticato il percorso politico, che ha visto nell’approvazione a larghissima maggioranza dell’atto di indirizzo di Silea del marzo 2019 il suo culmine: “Silea deve impegnarsi per intraprendere un percorso virtuoso atto a perseguire – al più tardi alla scadenza dell’attuale AIA (2032) – una riconversione tecnica e tecnologica del termovalorizzatore”. Vi deve dunque essere chiara l’idea che i rifiuti non sono una fonte energetica rinnovabile nella forma dell’incenerimento.

Quello che purtroppo manca al territorio è una vera Energy Service Company (ESCo) che possa operare nelle energie rinnovabili e nell’efficientamento energetico del patrimonio pubblico. È importante dunque iniziare presto una riflessione per individuare la via migliore per fornire di questa risorsa gli il territorio e i comuni».