Turismo, tre cittadini su quattro scelgono i borghi: l’indagine di Coldiretti

Skyline di Lecco

Una stagione da record per il Lario, che nell’estate 2023, sulla sponda lecchese e su quella comasca ha registrato un incremento sostanziale dell’affluenza turistica. Secondo un’indagine di Coldiretti-Ixe’ sulle ferie degli italiani, è in atto un cambiamento di scelte e opzioni per i turisti spinti dalla preoccupazione per i prezzi e l’inflazione. Un fenomeno che si manifesta anche a Lecco e Como.

I piccoli Comuni

A favorire questo cambiamento nelle scelte è anche la presenza capillare sul territorio di piccoli comuni, che permettono ai visitatori di uscire dai luoghi maggiormente frequentati, allontanarsi dal turismo massivo e riscoprire paesaggi montani e nelle valli circostanti.

Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, ha dichiarato: «Le aree rurali sono scelte sia come meta turistica vera e propria, con una sosta in agriturismo o una visita nelle aziende agricole. Ma a ciò si aggiunge l’organizzazione di gite mirate, magari in occasione del maltempo che impedisce di stare al lago, provando servizi o specialità culinarie nuove rispetto a quelle proposte in città. La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del Paese»

Coldiretti sostiene che: «Questo fenomeno è favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. I piccoli comuni lariani hanno ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle Alpi, e persino dagli ulivi secolari affacciati sul lago, oltrechè dalle malghe di montagna, con i loro alpeggi .Ma l’interesse dei turisti per i piccoli centri è importante anche per la ricerca del buon cibo che aiuta a salvare una parte consistente del patrimonio agroalimentare Made in Italy a partire dai 5547 prodotti alimentari tradizionali coltivati lungo la penisola da generazioni dagli agricoltori che non hanno solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale ma garantiscono la sopravvivenza della popolazione anche nelle aree interne più isolate. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete composta dalle 25.400 aziende agrituristiche italiane, che sono in grado di offrire un potenziale di più di 294mila posti letto e 532 mila coperti per il ristoro secondo Terranostra e Campagna Amica. La capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo è la qualità più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi dove è possibile riscoprire i sapori del passato veramente a chilometri zero tramandati da generazioni ma aumenta nel contempo l’offerta nelle campagne di servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti»