Siccità, l’agricoltura Lariana trema

Veduta della Valsassina

Il surriscaldamento globale non risparmia le province del settentrione lombardo e l’inverno appena trascorso, dal punto di vista climatologico, si classifica come il quinto più caldo degli ultimi anni a livello planetario, con una temperatura combinata della terra e della superficie degli oceani superiore di +0,90 gradi rispetto alla media del XX secolo.

Una conferma della tendenza al surriscaldamento – sottolinea Coldiretti Como Lecco – viene anche dai dati di un’Europa dove la temperatura media dell’ultimo inverno è stata addirittura di +1,44 gradi rispetto alla media stagionale degli anni compresi tra il 1991 e il 2020”. Dati, questi, ricavati direttamente dal sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S), che evidenzia importanti anomalie del clima nei diversi Paesi del Vecchio Continente. Italia, purtroppo, compresa.

Per quel che concerne il caso italiano, dal punto di vista climatologico l’ultimo inverno sono state registrate temperature superiori di +1,21 gradi rispetto alla media storica, con un’anomalia di addirittura +1,38 gradi nel nord del Paese, vittima altresì di una storica siccità, come testimonia anche l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr. Settentrione lombardo compreso.

“Un inverno siccitoso, preceduto da un’estate altrettanto preoccupante per la nostra regione – osserva il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi – con effetti evidenti su diversi ambiti”. Tutti aspetti che non risparmiano né i comparti agricolo e zootecnico, vittime la scorsa estate di una profonda crisi idrica il cui spettro torna oggi attuale.

“La mancanza di precipitazioni  sta condizionando anche le scelte delle aziende agricole, di cui circa 300mila si trovano oggi nelle aree più colpite dall’emergenza siccità. Inoltre il caldo fuori stagione stravolge i normali cicli colturali: un’evidenza di come l’agricoltura sia l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, che si manifestano con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. E in un territorio fragile come quello delle province del nord Lombardia tutto questo si traduce, purtroppo, in un accentuato rischio di frane e fenomeni alluvionali che negli ultimi anni hanno accentuato la loro violenza”.