Confindustria: Incremento congiunturale per domanda, produzione e fatturato

Confindustria_Lecco

I dati fanno emergere una lieve decelerazione tendenziale a fronte di dinamiche positive, seppur di entità contenuta, a livello congiunturale. Permangono alcuni punti critici a partire dalla contrazione dei margini di profitto, causata dai maggiori costi operativi, e dall’incremento dei costi per l’accesso al credito, generati dall’innalzamento dei tassi di interesse. Stabili i livelli occupazionali, con una maggior propensione all’espansione rispetto alla riduzione. Per oltre la metà delle aziende del campione resta difficile individuare sul mercato del lavoro nuovi collaboratori e le competenze necessarie allo
sviluppo. Le aspettative per la seconda metà dell’anno indicano una lieve decelerazione.

I dati dell’Osservatorio Congiunturale realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Confindustria Como per i primi sei mesi del 2023 tratteggiano, per gli indicatori associati a domanda, produzione e fatturato, uno scenario caratterizzato da un incremento congiunturale a fronte di una lieve diminuzione tendenziale.
Rispetto allo scorso semestre luglio-dicembre i tre indicatori registrano in media una variazione del +2,5%; nel confronto risulta maggiormente favorita la domanda (+4,8%) rispetto ad attività produttiva e fatturato (rispettivamente +0,8% e +1,9%).
Il dato tendenziale misurato attraverso il raffronto con i livelli della prima metà del 2022 si attesta invece mediamente al -1,5%.
Le previsioni per il semestre luglio-dicembre 2023 risultano in lieve rallentamento, con una variazione media attesa che si attesta al -1,6%.
Il tasso di utilizzo degli impianti produttivi delle imprese dei tre territori tra gennaio e giugno 2023 si attesta in media al 77,7%, dato superiore rispetto a quanto esaminato per la precedente edizione dell’Osservatorio (72,8%).
Tra le realtà del campione sono riscontrabili differenze rispetto all’impiego della capacità produttiva: le imprese fino a 50 occupati rivelano, in media, un utilizzo maggiore (80,7%) rispetto a quanto comunicato dalle aziende di medie dimensioni (71,9%).
Con riferimento ai comparti di attività, si registra invece un tasso medio del 82,3% per le aziende metalmeccaniche, del 74,4% per quelle tessili mentre si attesta al 71,8% il dato per le realtà di tutti gli altri settori.
Il contributo dell’attività non realizzata direttamente dalle imprese lecchesi, sondriesi e comasche ma affidato a pratiche di outsourcing è pari a circa quattro punti percentuali (3,8%); la subfornitura coinvolge prevalentemente soggetti italiani (3%) e, in misura minore, partner esteri (0,8%).
Circa un terzo (31,5%) del fatturato realizzato dalle imprese del campione è legato a clienti oltre i confini nazionali, a conferma della forte vocazione internazionale che caratterizza le realtà dei tre territori, apprezzate per il proprio know-how e l’elevata qualità delle produzioni e dei servizi offerti.
L’export supera ampiamente la metà del fatturato nel caso delle imprese di medie dimensioni (54,8%) mentre incide per una quota pari a circa un quinto (19,5%) nel caso delle realtà fino a 50 occupati.

Il principale mercato di riferimento al di fuori dell’Italia è rappresentato dall’Europa Occidentale, area che assorbe circa la metà dell’export e una quota pari al 15,9% delle vendite complessive.
Ulteriori zone di interesse per le imprese lecchesi, sondriesi e comasche sono gli Stati Uniti (3,3%), l’Est Europa (2,9%), i BRICS (2,2%), l’Asia Occidentale (1,9%) e l’America Centro-Meridionale (1,5%).
I pareri qualitativi riguardo all’andamento del fatturato nella seconda metà del semestre, in particolare tra aprile e giugno 2023, delineano un quadro in cui risulta prevalente la stabilità; in caso di variazione, tuttavia, si rileva una maggior incidenza dei giudizi di diminuzione rispetto a quelli di aumento, sia per quanto riguarda le vendite in Italia, sia per l’export.
Esaminando nel dettaglio, il fatturato domestico risulta in mantenimento per il 38,7% del campione, in diminuzione per il 37,2% e in aumento per il 24,1%.
Le esportazioni sono considerate invece stabili per una realtà su due (49,9%), in diminuzione per il 32,7% e in crescita per il rimanente 17,4%.
La prima metà del 2023 mostra sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime alcune dinamiche di miglioramento rispetto a quanto esaminato per i precedenti semestri, nonostante per il campione generale sia confermata la presenza di criticità.
Per quanto riguarda i costi di acquisto, tra gennaio e marzo sono stati indicati aumenti per il 24,4% del campione, mentre tra aprile e giugno la quota di soggetti che ha registrato un apprezzamento dei listini dei fornitori è stata pari al 16,5% (nel precedente Osservatorio le quote di aumento si erano attestate al 63,9% tra luglio e settembre 2022 e al 49,7% tra ottobre e dicembre 2022).
Per gli stessi periodi sono state registrate invece segnalazioni di diminuzione dei prezzi rispettivamente dal 32,4% (gennaio -marzo) e dal 36,9% (aprile-giugno).
Anche rispetto alle inefficienze lungo le catene di fornitura sono state rilevate incidenze inferiori a quanto esaminato per il precedente Osservatorio: il 28,2% delle imprese ha indicato un allungamento dei tempi necessari ad ottenere le merci (era il 54,2% per il semestre luglio-dicembre 2022), il 15,3% ha segnalato di aver ricevuto quantitativi di merci inferiori a quanto ordinato (era il 33,8% in precedenza) e, infine, il 14,8% ha indicato un peggioramento della qualità delle materie prime e dei materiali approvvigionati (era il 14,9% in precedenza).
Gli elementi fin qui esaminati hanno determinato una limitazione dell’attività aziendale per circa una realtà su dieci (9,5%), la necessità di riorganizzare parte del lavoro e dell’attività produttiva per il 23,4% del campione, impatti significativi sui costi di produzione per oltre due realtà su cinque (44,8%) e una contrazione dei margini di profitto per il 63,9%.
I giudizi espressi dalle imprese lecchesi, sondriesi e comasche riguardo i rapporti con gli Istituti di credito indicano un peggioramento delle condizioni praticate in termini di spese e commissioni bancarie, richiesta di garanzie e tassi per il 47,1% a fronte della stabilità indicata dal restante 52,9% del campione.
Con riferimento alla disponibilità delle banche a concedere credito tramite l’attivazione di nuove linee di credito, o l’espansione di quelle esistenti, il 13,3% delle aziende del campione segnala una minor propensione ad esaudire le richieste, l’81% non indica variazioni e il restante 5,7% comunica una maggior disponibilità.
Per quanto attiene il giudizio espresso riguardo la liquidità aziendale, il 62,9% delle imprese segnala un quadro nella norma, il 26,3% indica di ritenersi soddisfatto e il rimanente 10,8% considera la propria situazione come migliorabile.
Nei primi sei mesi del 2023 l’occupazione delle imprese di Lecco, Sondrio e Como risulta principalmente caratterizzata da una conservazione dei livelli, così come indicato dal 70,8% del campione. In caso di variazioni, le realtà aderenti all’Osservatorio hanno segnalato prevalentemente una crescita (19,9%) a fronte della diminuzione (9,3%).
Da segnalare che il 55,2% delle imprese comunica una difficoltà ad individuare sul mercato del lavoro personale con competenze necessarie per rispondere alle esigenze aziendali.
Le aspettative occupazionali per la seconda parte del 2023 confermano sostanzialmente il quadro delineato per il primo semestre: nel 65% dei casi è ipotizzata la stabilità, nel 22,6% i livelli sono previsti in crescita e nel restante 12,4% è attesa una diminuzione.
TRANSIZIONE GREEN, SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA E INVESTIMENTI
Tra gennaio e giugno 2023 le aziende aderenti all’Osservatorio sono risultate attive su progetti di sviluppo e investimenti che hanno riguardato la sostenibilità ambientale (47% del campione), il risparmio energetico (58,2%), la ricerca e sviluppo (48,1%), le tecnologie per la digitalizzazione (55,2%), il capitale fisico (57,6%) e iniziative di internazionalizzazione (20,8%).

DOMANDA
L’indicatore associato agli ordini rivela per le imprese dei tre territori una diminuzione sul confronto tendenziale a fronte di un incremento nel raffronto congiunturale.
L’analisi con i livelli dei primi sei mesi del 2022 evidenzia una variazione del -2,5%. Il dato misurato rispetto a quanto registrato nel semestre luglio-dicembre 2022, periodo per il quale era stata riscontrata una diminuzione di circa due punti percentuali (-1,7%) rispetto ai precedenti sei mesi, si attesta invece al +4,8%, confermando al rialzo le previsioni formulate in occasione dello scorso Osservatorio (+3,2%).
Per la seconda metà del 2023 le realtà del campione indicano di attendere una diminuzione, seppur lieve, della domanda (-2,3%).

PRODUZIONE
L’attività produttiva delle imprese lecchesi, sondriesi e comasche evidenza dinamiche in linea con quanto esaminato per la domanda, rivelando entità contenute in aumento a livello congiunturale e in calo a livello tendenziale.
Il confronto con il corrispondente semestre 2022 indica una diminuzione che sia attesta in media a circa un punto e mezzo percentuale (-1,3%).
La variazione congiunturale misurata rispetto alla seconda metà del 2022, quando la produzione era calata del -1,2% sui livelli di gennaio-giugno 2022, si attesta invece al +0,8%, al di sotto delle previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+3,0%).
Anche in questo caso, le aspettative per l’andamento dell’attività nella seconda metà dell’anno in corso sono negative, seppur con entità di diminuzione contenuta (-1,7%).
La capacità produttiva mediamente impiegata dalle aziende del campione tra gennaio e giugno 2023 si attesta al 77,7%, rivelando un incremento di circa cinque punti percentuali rispetto a quanto registrato per la seconda metà del 2022 (72,8%).
Rispetto al precedente semestre, risulta per contro in diminuzione la quota di produzione realizzata tramite il ricorso alla subfornitura che determina un contributo del 3,8% all’attività totale (era il 7% tra luglio e dicembre 2022).
Nella scelta dei soggetti ai quali affidare l’outsourcing produttivo le imprese di Lecco, Sondrio e Como rivelano di preferire soggetti italiani (3%), mentre il coinvolgimento di realtà estere è più limitato (0,8%).

All’interno del campione sono individuabili alcune differenze riguardo l’utilizzo degli impianti, sia distinguendo le aziende sulla base della dimensione, sia in relazione all’attività realizzata.
Le imprese fino a 50 occupati rivelano un tasso di impiego (80,7%) superiore a quanto esaminato per le imprese medie (71,9%).
Con riferimento ai comparti di attività, la capacità produttiva risulta decrescente passando da realtà metalmeccaniche (82,3%), tessili (74,4%) e degli altri settori (71,8%).

FATTURATO
Sul fronte delle vendite imprese indicano evoluzioni coerenti con quelle rilevate per la domanda e la produzione; seppur con entità limitate. Si registrano infatti una decelerazione tendenziale a fronte di un incremento congiunturale. Il confronto con il semestre gennaio-giugno 2022 evidenzia una variazione del -0,8%.
Il fatturato aumenta invece di circa due punti percentuali (+1,9%) rispetto ai livelli del semestre luglio-dicembre 2022, periodo per il quale era stata rilevata una variazione del -0,7% sui precedenti sei mesi; il dato congiunturale, seppur positivo, soddisfa solo in parte le previsioni formulate in occasione della scorsa edizione dell’Osservatorio (+3,8%).
Per la seconda metà del 2023 è attesa una lieve contrazione delle vendite. Le realtà del campione indicano infatti di attendere mediamente una variazione del -0,7%.
I giudizi formulati dalle aziende rispetto all’evoluzione delle vendite nella seconda parte del semestre, nello specifico nel trimestre aprile-giugno 2023, delineano un quadro nel quale, a fianco della prevalente indicazione di stabilità, si evince una maggior incidenza di pareri di riduzione rispetto a quelli di aumento con un quadro che vale sia per il mercato domestico, sia per l’export.
Esaminando nel dettaglio, il fatturato in Italia è considerato in mantenimento sui livelli dei precedenti mesi dal 38,7% delle imprese, in contrazione dal 37,2% e in aumento dal rimanente 24,1%.
Le esportazioni sono ritenute invariate da una realtà su due (49,9%), in riduzione dal
32,7% e in espansione dal restante 17,4%.
L’elevata presenza delle imprese aderenti all’Osservatorio sui mercati internazionali si conferma uno dei principali fattori di successo del tessuto imprenditoriale dei tre territori.
Tra gennaio e giugno 2023 la quota di fatturato realizzato al di fuori dell’Italia risulta poco al di sotto di un terzo (31,5%) del totale.
Oltre la metà dell’export, pari ad una quota del 15,9% delle vendite complessive, è generato in Europa Occidentale, area che continua a detenere il primo posto nella classifica dei mercati serviti.
Seguono per importanza gli scambi diretti verso gli Stati Uniti (3,3% del fatturato), l’Europa dell’Est (2,9%), i BRICS (2,2%), l’Asia Occidentale (1,9%) e l’America Centro- Meridionale (1,5%). A livello domestico è generato il 68,5% delle vendite complessive.

MATERIE PRIME
Le criticità ampiamente esaminate nel corso delle precedenti edizioni dell’Osservatorio Congiunturale riguardo l’approvvigionamento delle materie prime e le condizioni di fornitura sono rilevabili anche per i primi sei mesi del 2023. Tuttavia, rispetto alla seconda metà del 2022 è riscontrabile una minor diffusione degli effetti sulle imprese dei tre territori.
Riferendosi alle dinamiche dei prezzi, tra gennaio e marzo circa una realtà su quattro (24,4%) ha registrato un incremento dei listini dei fornitori, mentre nei successivi tre mesi, tra aprile e giugno, la quota di realtà che ha sostenuto maggiori costi per l’approvvigionamento delle materie prime necessarie è stata pari al 16,5%. Nella precedente edizione dell’Osservatorio le percentuali indicanti l’aumento dei listini di
acquisto si erano invece attestate al 63,9% tra luglio e settembre 2022 e al 49,7% tra ottobre e dicembre 2022.
Per quanto riguarda le distorsioni esistenti lungo le catene di fornitura, l’estensione dei tempi di consegna per ottenere le merci è stata segnalata dal 28,2% (era il 54,2% nella seconda metà del 2022), la minor disponibilità di materiale sul mercato rispetto a quanto effettivamente richiesto e necessario per l’attività è stata indicata dal 15,3% (33,8% nella precedente edizione dell’Osservatorio), mentre il peggioramento della qualità delle forniture ha riguardato il 14,8% (pressoché stabile rispetto al 14,9% registrato in
precedenza).
La combinazione tra le criticità sopra citate e i prezzi legati all’energia elettrica e al gas, fortunatamente inferiori ai picchi dello scorso agosto 2022 ma ancora elevati rispetto alle media antecedente il 2021, ha continuato a determinare difficoltà di gestione dell’attività per alcune imprese.
Quasi due realtà su tre (63,9%) hanno indicato una contrazione della propria marginalità, il 44,8% ha segnalato significativi impatti sui costi di produzione, il 23,4% ha comunicato di aver effettuato riorganizzazioni del lavoro e dell’attività produttiva mentre circa una realtà su dieci (9,5%) ha evidenziato una limitazione di parte dell’attività aziendale.

OCCUPAZIONE
Lo scenario occupazionale delle imprese di Lecco, Sondrio e Como evidenzia, per i primi sei mesi del 2023, una generale tendenza al mantenimento dei livelli, così come confermato da oltre sette realtà su dieci (70,8%).
In caso di variazione, le indicazioni di aumento (19,9%) sono risultate più diffuse rispetto a quelle di diminuzione (9,3%).
Oltre una realtà su due (55,2%) ha segnalato di affrontare difficoltà nel reperire sul mercato personale con competenze specifiche e necessarie per le attività aziendali.
Le previsioni per il secondo semestre confermano sostanzialmente il permanere del quadro delineato per la prima parte dell’anno: per circa due imprese su tre (65%) è attesa stabilità, per il 22,6% i livelli occupazionali dovrebbero espandersi e, infine, per il rimanente 12,4% le aspettative sono di diminuzione.