Libreria Volante cresce e guarda al futuro: un nuovo spazio nel cuore di Lecco

Il nuovo spazio di Libreria Volante

Le scene di un film ambientate all’interno di una piccola libreria hanno sempre la capacità di catturare in qualche modo l’attenzione dello spettatore. Un po’ quello che accade a Bastian, il giovanissimo protagonista del cult anni ’80 La storia infinita, che per sfuggire ad un gruppo di bulli finisce per rifugiarsi in una silenziosa e polverosa libreria. E il resto è storia. Librerie luoghi affascinanti e sempre meno diffuse, soffocate sempre di più da catene spesso molto fornite ma prive di quel sentimento identitario che trasmette una libreria indipendente.

Dal 2015 a Lecco quel senso di appartenenza lo si respira in una realtà in costante evoluzione, la Libreria Volante, sita in via Bovara, 30 e nata dal sogno condiviso di Serena Casini e Andrea Vassena.

Entrare alla Libreria Volante significa varcare la soglia di un mondo altro, dove si riceve il caldo abbraccio di storie nascoste dietro una copertina, pronte ad essere scoperte, come se ci trovassimo nel salotto di casa. Dove poter aprire lo scrigno delle proprie passioni, dei propri ricordi e dei propri sogni a tre appassionate e competenti libraie – Serena Casini, Shantala Faccinetto e Chiara Salituro – pronte a farne parte per restituire un consiglio, osare e condurre verso un’altra nuova storia. Un altro nuovo inizio, dalla prefazione in poi.

Il nuovo spazio

A settembre la Libreria Volante ha deciso di ampliare il proprio mondo di parole, incontri e riflessioni aprendo uno spazio a pochi metri dall’ingresso della libreria. Uno spazio adibito a letture, presentazioni e laboratori. Un tassello in più nella crescita ambiziosa di un realtà partita da una scelta sulla carta controintuitiva e che si è rivelata vincente. Ne abbiamo parlato con Serena Casini, in esclusiva per Il Cittadino di Lecco.

La nascita del nuovo spazio: «Durante la pandemia, nel marzo 2020, io e Shanti da casa facevamo molte consegne e spedizioni. Una volta riaperta la libreria, molte persone sono passate a trovarci, soprattutto chi non ci conosceva di persona, perché c’era molta voglia di uscire e frequentare luoghi. Abbiamo ragionato sul fatto che lo spazio è piccolo e non si riusciva a fare presentazioni e incontri. Con le norme legate al COVID la situazione era ancora più complessa. Nel frattempo, lo spazio accanto era vuoto, c’era stato un bar. A noi faceva gola, anche soltanto come magazzino, perché il nostro era minuscolo. Abbiamo fatto due conti e ci siamo dette ‘Proviamo!’. Alla presentazione ho conteggiato le persone presenti e c’erano 50 bambini più i genitori, quindi vuol dire che lo spazio può contenere circa 70 persone, senza le sedie. È una bella vetrina, nella quale teniamo soprattutto le scorte. La libreria rimane la medesima, il nuovo spazio è un’esposizione, non si viene a comprare: eventi, corsi, letture, esposizione e magazzino. A gennaio faremo un corso sugli albi illustrati, organizzeremo qui anche i gruppi di lettura. Abbiamo anche altre idee, mantenendo sempre il libro al centro di tutto perché esistono tanti altri spazi a Lecco, è inutile sovrapporsi e dividerci il pubblico»

Com’è il rapporto con la città? Siete soddisfatte del legame che avete instaurato?: «Assolutamente sì, perché in caso contrario non avremmo inaugurato un altro spazio. Lo spazio c’è perché c’è una risposta, perché ha senso fare in presenza certe cose e non potendole organizzare nella libreria è importante avere un altro luogo»

La genesi della Libreria Volante: «La Libreria Volante nasce nel giugno 2015. La mia storia è legata da sempre al mondo dei libri; quando studiavo all’università lavoravo alla Feltrinelli, ho sempre fatto la libraia. Successivamente, ho lavorato in casa editrice per parecchi anni e poi ero arrivata a Lecco per controllare una fonte per una citazione. L’idea era quella di andare alla biblioteca della città. Nel frattempo, il Punto Einaudi di Bruno Biagi stava chiudendo perché lui stava andando in pensione. Non ero mai stata a Lecco in vita mia e vivevo a Milano da qualche anno dopo aver vissuto a Roma. Mi sono fermata proprio da Biagi alla libreria perché stava svendendo i libri, e in quel il momento il pensiero è stato:’Che peccato una libreria chiusa’. E ad alta voce ho detto:’Perché non la riapriamo?’. E quando esprimi un pensiero ad alta voce ormai esiste»

Quanto è stata importante l’esperienza precedente nel mondo dell’editoria? «Tanto importante. Me ne sto rendendo conto adesso quando conduco dei corsi per aspiranti librai. Per me è ovvio fare un certo tipo di ragionamento ma lo è perché è venticinque anni che non faccio altro. È andata bene anche perché sapevo in che modo sceglierli i libri»

Cosa riempie maggiormente le vostre giornate da libraie oltre alla vendita dei libri? «Sicuramente il riordino, in base al venduto bisogna riassortire inserendo le novità. L’impegno meno percepibile dall’esterno è il lavoro sui social e la comunicazione. Occupa molto tempo. Le nostre grafiche sono tutte autoprodotte; lavorando in casa editrice al fianco della responsabile dell’aspetto grafico, per anni non abbiamo parlato di altro e certe accortezze sulla copertina e su come si impagina le avevo già acquisite. Per lo spazio nuovo ho deciso di cambiare io tutta la grafica, creandone una armonica per tutte le tipologie di eventi che organizziamo, che ci permetta di guadagnare tempo anche in base all’appuntamento in calendario. Gli eventi bisogna immaginarli ma per noi è abbastanza naturale, è molto più difficili tenerci a freno. Si parte su Eventbrite, poi su Facebook, sul sito, e lo impostiamo su Instagram con un carosello all’inizio del mese per poi ripostarlo periodicamente. Infine, la newsletter, che porta via 3-4 ore per la preparazione. Credo che di tutto questo lavoro dietro le quinte la gente non si renda conto. Senza dimenticare la lettura dei libri. Li leggiamo tutti, realmente. Vuoi sapere la mia vita da libraia? La mattina in libreria e contemporaneamente la preparazione delle grafiche per il mese. La newsletter, l’evento su Eventbrite, le slide da preparare per il corso, il gruppo di lettura per librai e la lettura dei libri in anteprima»

L’importanza dell’alchimia nel gruppo di lavoro: «Siamo tutte e tre molto diverse, necessarie e fondamentali. È un gruppo che funziona per com’è strutturato: Shanti è molto precisa, attenta e bravissima. Una libraia perfetta. Sono orgogliosa perché ho avuto la fortuna di scoprirla quando lei si propose per fare la libraia. Si è rivelata una delle persone più brave tra tutte quelle con cui ho lavorato in vita mia ed è diventata mia socia. Siamo molto diverse e se ogni tanto riusciamo a dire di no è per merito suo perché io farei tutto, sono un’entusiasta. Abbiamo due personalità molto forti ma non abbiamo mai litigato. Chiara dice che ogni tanto le vengono dei momenti di ansia ma non si vede. È sempre molto tranquilla, è l’amalgama, la costanza. Non a caso copre tutto l’orario in libreria. È la presenza, anche al pubblico, che garantisce tranquillità e certezza. A noi per prime, ci fa proprio bene. Quando si è presentata al colloquio aveva una bellissima camicetta con gli unicorni ed è uno dei motivi per cui l’ho voluta con noi! Stiamo davvero bene. Quando il lavoro aumenta è più faticoso anche per noi perché far funzionare sempre tutto e andar sempre d’accordo è una gran fortuna. C’è sempre un bel clima e c’è anche l’idea di prendersi lo spazio che si vuole in libreria, per le idee di ognuna da poter sviluppare. La prima cosa che vogliamo è che si lavori bene tutti insieme, rispondendo a chi svaluta il lavoro nella cultura con una buona etica del lavoro»

Il rapporto più stretto con i clienti e le loro passioni: «Succede spesso. Io non ho gran memoria ma da quando abbiamo il numero di Whatsapp della libreria capita di contattare alcuni clienti dei quali ci ricordiamo i libri che avevano acquistato e che erano piaciuti, ovviamente nei casi in cui il rapporto lo permette. Capita, quando osservo le cedole in anteprima di alcuni libri in uscita, d’immaginarmi le persone, soprattutto se ho confidenza o su suggerimento stesso del cliente. A volte contatto Chiara e Shanti e suggerisco un libro per una persona specifica. Abbiamo una mappatura in testa di chi viene in libreria e dei loro gusti. Shanti ha un’ottima memoria, Chiara abbastanza, io per niente! È bello avere un’idea di ciò che leggono le persone»