Lecco Film Fest, da Marco Bellocchio a Carlo Verdone: annunciati gli ospiti

Ridestare lo stupore

Ad un mese esatto dall’apertura della quarta edizione, è stato presentato ieri sera il programma e gli ospiti del Lecco Film Fest, che si svolgerà dal 5 al 9 luglio. La presentazione è avvenuta ieri sera presso il ristorante Da Giovannino, alla quale è intervenuto Mons. Davide Milani, presidente di Fondazione Ente dello Spettacolo: «Il Lecco Film Fest non offre cinque giornate di semplice intrattenimento, ma ci aiuta a tornare spettatori meravigliati. Quest’anno abbiamo lanciato “Cinematografo Incontra” un progetto per fare incontrare chi ama il cinema con chi il cinema lo fa, per vivere insieme esperienza della meraviglia che cambia la vita. Ringrazio Confindustria Lecco e Sondrio che ha voluto rinnovare la collaborazione anche per la quarta edizione, sostenendoci insieme alle istituzioni locali e a tanti sponsor in questa avventura».

Ridestare lo stupore è il titolo della nuova edizione, che muove dalle riflessioni di Papa Francesco in occasione dell’udienza privata svoltasi lo scorso febbraio per il 75° anniversario della Fondazione Ente dello Spettacolo. Il festival verrà inaugurato alla presenza di Piera Detassis, presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – David di Donatello. Un festival di proiezioni ma soprattutto incontri che si divideranno tra piazza Garibaldi, piazza XX Settembre e il cinema Nuovo Aquilone. Alla serata hanno partecipato anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, Angela D’Arrigo, curatrice del Lecco Film Fest, e Steve Della Casa, direttore artistico del Torino Film Festival.

Gli ospiti della quarta edizione

Nel corso della serata sono stati annunciati i nomi di alcuni ospiti che parteciperanno alla quarta edizione.

Il regista Marco Bellocchio (Esterno Notte) sarà protagonista di un dibattito con Mons. Davide Milani sul suo ultimo film da regista presentato al Festival di Cannes, Rapito, che racconta la vera storia del rapimento del giovanissimo Edgardo Mortara da parte dello Stato Pontificio.

Come promesso, al Lecco Film Fest tornerà Carlo Verdone, che dopo aver presentato a distanza lo scorso anno Ordet – La parola di Carl Theodor Dreyer, parlerà del legame con Umberto D. di Vittorio De Sica.

Come annunciato nella precedente conferenza stampa, parteciperà alla kermesse anche l’attore e regista polacco Jerzy Stuhr, che presenterà il suo film The Big Animal (2000) nel quale recitò da protagonista, e basato sulla sceneggiatura postuma di Krzysztof Kieślowski.

Parteciperanno al Lecco Film Fest anche lo sceneggiatore e regista Francesco Bruni e l’attrice Fotinì Peluso, che insieme hanno lavorato a Cosa sarà (2020) e Tutto chiede salvezza (2022). Con la presenza di Peluso e della collega Elena Lietti, prosegue la narrazione femminile del festival, un fil rouge che ha accompagnato tutte le edizioni della manifestazione. Grande attenzione anche alla situazione siriana con The Lost Souls of Syria di Stéphane Malterre e Garance Le Caisne e alla figura di Rosario Livatino, con la proposta di visione di Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant, che racconta la vicenda del magistrato siciliano assassinato dalla mafia. A rendere omaggio a Livatino saranno l’attore Giulio Scarpati e il produttore Maurizio Tedesco.

Prosegue anche il legame del Lecco Film Fest con la musica. Dopo Paola Turci, Leo Gassmann e Omar Pedrini, quest’anno è la volta di Dardust (Dario Faini), uno degli artisti più ascoltati dalle nuove generazioni, con oltre 70 Dischi di Platino e 500 milioni di stream.

Senza dimenticare l’omaggio alla regista Mabel Normand. Una selezione dei cortometraggi di Normand realizzati con Charlie Chaplin verrà accompagnata dal vivo dall’Orchestra di Bellagio e del Lago di Como.

Il manifesto di quest’anno è stato realizzato da Velasco Vitali: «Il lago non è l’Atlantico – ha dichiarato l’artista – attraversandolo possiamo anche figurarci di sbarcare altrove e scoprire nuovi mondi, non saranno le Indie o l’America, ma c’è un faro che ci guida su questa distesa d’acqua, sono le tante lune dell’immaginazione e della poesia che ci invitano ad abbandonare la terraferma, luogo di certezze illusorie»