Intersezioni Manzoniane, presentato lo spettacolo

Primo piano di Alessandro Manzoni

Sabato 28 ottobre alle ore 21.00 alla Sala Auditorium del Centro Culturale Fatebenefratelli è stato presentato lo spettacolo teatrale Intersezioni Manzoniane –Diverse fonti per un romanzo solo.

Presentazione e ringraziamenti

L’assessore alla cultura Marcello Butti ha anticipato il contenuto della serata sottolineandone il valore intrinseco e consequenziale, portare avanti il tentativo di sviluppare il turismo culturale attorno alla sua figura, come nell’esempio di Recanati e di Leopardi. 

Il professor Gian Luigi Daccò, coordinatore del progetto, ha sottolineato che «tutti i grandi scrittori fanno riferimento ad opere precedenti, ma Manzoni riesce ad inserire nel suo grande romanzo molti piccoli romanzi: non fa citazioni ma sviluppa le affinità tematiche, di linguaggio o di caratterizzazione con altre opere»

La musicista Margherita Santomassimo, ha illustrato la sua scelta per le musiche eseguite a commento dei singoli brani letterari, spaziando con acume fra generi ed epoche molto diversi.

Il comunicato si chiude spiegando che «L’Associazione “I venticinque lettori” ha quindi letto i brani connessi a coppie, rivelandone le affinità: nei Promessi Sposi, infatti, confluiscono molte suggestioni letterarie di una varietà di registri: solenni e drammatici come quelli del Macbeth e dell’Amleto di Shakespeare che risuonano nella Notte dell’Innominato, ma anche atmosfere e personaggi buffi, come gli strampalati medici del Malato Immaginario di Molière che ricordano tanto il manzoniano Don Ferrante o la Notte degli Imbrogli in casa di don Abbondio che riprendono le cadenze della Commedia dell’Arte. Anche la Mirandolina di Goldoni ha tanti spasimanti quanti dice di averne Perpetua e le altere signore-bene milanesi di Carlo Porta sono così simili alla Donna Prassede manzoniana. Molte anche le fonti storiche, dal De Peste del lecchese Giuseppe Ripamonti (1573 – 1643) ai processi dell’Inquisizione a Marianna de Leyva (la monaca di Monza), passando per Caterina Medici condannata come strega e arsa viva, fino alle carte del processo intentato come stregone ed untore nel 1630 proprio a un antenato di Don Lisander, Giacomo Maria Manzoni, il primo della famiglia ad abitare al Caleotto»