Il tour lecchese dedicato ad Antonia Pozzi termina nel gioiello di Civate

Giovedì 23 febbraio alle 20.45, a Civate, l’ultimo appuntamento per Lecco Classica del ciclo di eventi dedicati ad ANTONIA POZZI, la celebre poetessa che visse molto a Pasturo dove la sua casa è ancora visitabile.

Il melologo, un omaggio di parole e musica alla poetessa, nasce dal sodalizio tra Antonetta Carrabs, presidente della Casa della Poesia di Monza e poetessa lei stessa e Rosella Spinosa, celebre musicista milanese. «L’affetto del pubblico è stato davvero sorprendente: emozione tanta. Ringrazio il maestro Rossella Spinosa, mia amica, per aver scritto le musiche originali bellissime per questo struggente melolog», ha detto la Carrabs.

Il prossimo appuntamento dunque nella splendida chiesa di san Calocero, le cui origini sembrano risalire al IX secolo, quando il vescovo di Milano, Angilberto II (824-859), fece trasportare a Civate le reliquie del martire Calocero, provenienti da Albenga; in tale occasione, l’edificio acquisì il “titulus” di S. Calocero, che, tuttavia, è documentato soltanto a partire dal 1018. All’inizio dell’XI secolo si ritiene che l’edificio sia stato ristrutturato grazie, anche, al rilancio del culto per il santo martire promosso dall’arcivescovo Ariberto da Intimiano. Alcune tracce risalenti alla prima metà dello stesso secolo sono state rinvenute nel lato est del chiostro (una bifora pertinente alla sala del capitolo, e, al piano superiore, una serie di monofore relative al dormitorio). Sono, inoltre, pertinenti alla fase romanica il vasto ciclo lacunoso di affreschi di soggetto veterotestamentario, situato nella parte alta della navata, e la cripta, a tre navate con una sola abside, divisa da pilastri di granito.Il complesso monastico fu soppresso nel 1798. La struttura fu successivamente acquistata da privati, tra i quali i Nava che la adattarono a filanda, finché nel 1931 non fu riscattata da don Edoardo Gilardi che la destinò a Casa di Riposo per ciechi.