Gabriele Cirilli martedì al Palladium:«Prediligo il teatro, dove scambio emozioni con lo spettatore»

Gabriele Cirilli

«Proprio oggi è la data di nascita e di morte di Gigi Proietti; è una data un po’ particolare. Lui mi diceva sempre ‘Fai teatro, fai teatro. Perché un attore, quello che si riesce a spogliare di tutto, lo riesce a fare veramente solo sul palcoscenico» afferma Gabriele Cirilli. L’attore abruzzese sarà in scena martedì 7 novembre alle ore 21.00 al Cineteatro Palladium con lo spettacolo Nun te regg più, diretto da Valter Lupo e scritto da Cirilli con Maria De Luca, Mattia Cirilli e Valter Lupo.

In esclusiva per Il Cittadino di Lecco, Gabriele Cirilli ha parlato del suo spettacolo e ha ripercorso brevemente la propria carriera e il ruolo del comico.

Cose che danno fastidio

«Chiaramente mi rifaccio al titolo della canzone di Rino Gaetano ma è esattamente uno stato d’animo: nun regg più niente! Sono arrivato a 56 anni e ci sono molte cose che mi danno fastidio. In questo spettacolo lo dico in modo comico, chiaramente: ad esempio, non reggo più i call center che mi tampinano dalle sette di mattina. Non reggo più i litigi inutili; non possiamo pretendere che israeliani e palestinesi facciano pace quando noi litighiamo ancora alla riunione di condominio. Non reggo più l’estetica che per forza deve rendere belle le persone, quando invece sarebbe carino essere fieri dei nostri difetti. Non reggo più andare a sciare solo perché a mia moglie piace la montagna, non reggo più i social usati in un certo modo. Non reggo più la tecnologia: sono un boomer e me ne vanto! Non reggo più il dover piacere agli altri. Voglio pensare a me stesso, a 56 anni. È uno spettacolo di rottura, in modo talmente comico che la gente alla fine, quando si alza in piedi, ti fa sentire il calore e ti ripaga dei sacrifici fatti per realizzare lo spettacolo»

Mi viene in mente una frase di Meryl Streep, “Non ho pazienza per alcune cose”, sei d’accordo?: «È esattamente quello il concetto»

È il tuo spettacolo della maturità?: «Io lo scrivo sempre, che è il mio spettacolo della maturità. Più si va avanti e più la maturità di un artista viene fuori. Ma viene fuori a teatro, perché televisione, cinema, doppiaggio, radio sono forme di spettacolo che adoro però, personalmente, prediligo quella empatica del teatro, dove riesci a scambiare emozioni con lo spettatore»

Ritorno a casa

Il teatro come casa, da Sulmona al Laboratorio di esercitazioni sceniche diretto da Gigi Proietti: «Non ci credevo. Ero partito da Sulmona per andare a fare la facoltà di lettere. Nello stesso periodo mi è capitata questa occasione. E come nelle favole in cui trovi il principe azzurro, io trovai il mio principe azzurro, il mio Proietti che mi indirizzò verso la carriera che ho sempre desiderato fare»

Il passato a Zelig e il tormentone “Chi è Tatiana?”: «Sono fiero di tutto quello che ho fatto, anche di Tatiana, che all’epoca era una satira di costume, con la quale volevo far capire che non bisogna essere perfetti a tutti i costi come la società ci impone ma bisogna essere orgogliosi delle proprie imperfezioni. Perciò scherzavo sul grasso, sul brutto, sul magro, sull’alto, sul basso. Perché ognuno di noi dovrebbe essere fiero di essere ciò che è. Questa era la mia satira. E sono orgoglioso di aver fatto questo personaggio, nello stesso modo in cui ad un cantante come Baglioni chiedono di fare Questo piccolo grande amore»

I cambiamenti nella comicità e nella sensibilità comune: «Non è cambiato assolutamente nulla, ci sono tanti tipi di satira. È cambiato soltanto il luogo in cui si fa comicità. Prima andavamo nei locali, adesso c’è YouTube. I locali moderni sono i social. È un fare comicità differente nel modo in cui la si trasmette ma è la stessa cosa. Anche gli stand up comedian di oggi fanno quello che facevamo io e i miei colleghi tanti anni fa, andavamo nei locali e facevamo satira tosta sulle pubblicità, sulla Chiesa, sulle religioni e altro. Non è cambiato nulla. Oggi si usano termini diversi: una volta si diceva cabaret e oggi si dice stand up comedy. Ma è lo stesso. A me piace il ragazzo che si approccia alla comicità e poi sceglie che tipo di comicità. C’è chi la vuole fare di nicchia, ad esempio Crozza, dell’intellighenzia di sinistra, e chi popolare. Accade lo stesso oggi»

L’attualità con Tale e Quale Show e i progetti: «Tale e Quale è un modo per essere artisti a 360°. Anche Proietti è stato in giuria, credo una o due stagioni. Adorava quel tipo di varietà perché è pulito e contiene tutte le arti dello spettacolo. Reciti, canti e balli. Più di così! [I duetti con Paolantoni] È una parentesi che abbiamo aperto e spero di non chiuderla presto perché con lui si riescono a fare delle cose esilaranti. In questi due anni mi sto divertendo in una maniera incredibile e spero che si percepisca anche a casa questo divertimento»

Il rapporto con Lecco: «Ci vengo da turista, è una città talmente bella. Abitando in Brianza ci metto un attimo ad arrivare ma vengo sempre molto volentieri. Lecco ha tutto: montagna, lago, storia. E poi ho due ricordi a cui sono molto affezionato: il primo risale a quando scrissi il libro Chi è Tatiana?!? e anche l’altro [Ma come ‘azz porti ‘sti capelli?]. C’era una libreria storica di Lecco che mi invitava sempre e feci dei numeri incredibili. E un altro ricordo risale ad un pomeriggio di Carnevale che passai a Lecco con mio figlio e mia moglie, credo nel 2001. Vidi un gruppo di dieci persone vestite tutte da Tatiana che quando si accorsero di me impazzirono»