Festival Treccani, Manzoni rivoluzionario

“Manzoni era ed è rimasto un  rivoluzionario, un uomo molto diverso da quello che raccontano a scuola”: parola di Eleonora Mazzoni, protagonista nel pomeriggio del 23 settembre con Paolo di Paolo dell’incontro “I Promessi Sposi: lo stupore di un libro libero”. 

Mazzoni, autrice di “Il cuore è un guazzabuglio – Vita e capolavoro del rivoluzionario Manzoni” edito da Einaudi ha lungamente studiato don Lisander, anche se ammette che, data la complessità dell’uomo e del pensatore “più ti avvicini a Manzoni, e più lui si sfoca”, e ne ha restituito un ritratto vitale  e inedito, quello del rivoluzionario, dell’innovatore, dello sperimentatore “nella vita e nell’arte”. “Che fosse un innovatore lo dimostra anche la scelta di scrivere un romanzo, – ha spiegato – la più negletta delle forme letterarie dell’epoca, ma anche quella che avrebbe avuto più fortuna nei secoli a seguire. Di più: un romanzo illustrato, con oltre 400 disegni da un giovanissimo Francesco Gonin”. Insomma: il più grande romanzo italiano dell’800 è un romanzo a fumetti.

Interessante anche la riflessione proposta sulla provvidenza: “occorrerebbe restituirla ai personaggi, non a lui. A parlare di provvidenza sono sempre i suoi personaggi, sono loro ad interrogarsi sulla sua natura”.

Mazzoni ha poi ricordato come il romanzo contenga moltissimi spunti, idee, fatti accaduti e vissuti da Manzoni stesso come il linciaggio del conte Giuseppe Prina, ministro delle finanze del Regno d’Italia, avvento nel 1814 a soli 200 metri casa dello scrittore “Nei Promessi Sposi vi sono molti romanzi, almeno tanti quanti i personaggi”. 

“Credo che ci sia molta voglia di riscoprire Manzoni – ha concluso – penso che a questo desiderio abbia contribuito anche il Covid. Manzoni è un autore che nei momenti emergenziali viene sempre riletto”.

A seguire Christian Raimo, scrittore e giornalista, e Cristina Pozzi, AD di edulia-dal sapere Treccani in “La scuola: radici di una disuguaglianza che cresce” partendo dall’articolo 3 della Costituzione, definito “un libro di fantascienza” perché scritto pensando a chi sarebbe vissuto dopo i padri costituenti, hanno fatto il punto sulla situazione della scuola italiana e dei mali che la affliggono, tra cui l’abbandono scolastico che in alcune regioni raggiunge anche il 26%. Raimo ha suggerito di riflettere sul fatto che “noi pensiamo che la scuola sia un riflesso della società, mentre la scuola può al contrario impattare e trasformare la società”. Tra le grandi riforme ha ricordato i Decreti Delegati che hanno introdotto genitori e ragazzi nella scuola, le 150 ore, e l’eliminazione delle classi differenziali, tutte sviluppate negli anni Settanta. Essenziale non smarrire la direzione e le opportunità che il PNRR riserva al settore e “rimettere lo studente al centro” ha sottolineato Pozzi.

Stupore e poesia. Antiche e nuove esperienze” è il titolo dell’evento conclusivo della terza giornata con la professoressa emerita di letteratura italiana presso la Scuola Normale di Pisa Lina Bolzoni e il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero vaticano della cultura e dell’educazione.

Bolzoni ha tracciato un esemplare excursus sulla tradizione magica della poesia e sul potere dalla parola, fin poesia della cosmogonia che crea mondi e ne anche la garanzia, ricordano come le muse siano figlie di Memosine e di Zeus. “La poesia attraverso il suo furore collega il divino e l’uomo, ha a che fare con i confini, genera mondi e stupore. Nasce dalla memoria ma ha la capacità di generare l’oblio, di attenuare le passioni, di consolare”.

Poetico e intenso l’intervento del cardinale José Tolentino de Mendonça, che ha tracciato un elogio “della piccola storia” . “Nella nostra società del controllo dove un’idea di vita si è sostituita alla vita stessa desidero che un giorno nella storia di un destino qualunque si riveli l’enigma del tutto, lo sguardo, la fatica e la lotta”. Il prelato ha poi sottolineato la centralità della fragilità come condizione di partenza ed immanente alla vita stessa e l’urgenza di amare la vita nella sua verità, non per le attese che le consegniamo, di amare “l’imperfezione, l’assenza” ed accettare l’idea di non comprenderla come il giardiniere che cura il suo giardino ma non sa perché la rosa fiorisce. Per il futuro si augura un’umanità che non smarrisca la capacità di stupirsi di fronte alle cose semplici.

Si è svolto nel pomeriggio il laboratorio “I Promessi Sposi: l’avventura della parola”, tenuto dallo scrittore Paolo Di Paolo e dedicato all’aggiornamento degli insegnanti delle scuole secondarie. 

In serata attesa per l’ultimo spettacolo “Tra parole e musica” con Paolo Di Paolo che intervisterà una protagonista assoluta della musica italiana come Nada, alle 20.30 all’Auditorium Casa dell’Economia di via Tonale 30.

Il Festival chiuderà domenica 24 alle ore 11:30 a Palazzo delle Paure, con l’ultimo incontro aperto al pubblico in cui la giornalista Susanna Turco sarà la moderatrice del dialogo fra Michele Cortelazzo, professore emerito di Linguistica italiana all’Università di Padova, e Massimo Bray, Direttore Generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana: “Il linguaggio della politica: creare consenso, produrre scandali”.

Il Festival Treccani della lingua italiana #leparolevalgono – è organizzato a Lecco dalla Fondazione Treccani Cultura e dalComune di Lecco, con il patricinio e il contributo della Regione Lombardia e della Camera di Commercio Como-Lecco; in collaborazione con Intesa Sanpaolo e il Politecnico di Milano – Polo territoriale di Lecco; con il contributo di UniverleccoAcinqueFondazione Giancarlo PallaviciniFondazione Comunitaria del Lecchese, Linee LeccoBCC ValsassinaBCC Brianza e LaghiNovatexConfcommercio LeccoConfindustria Lecco e SondrioConfartigianato Imprese Lecco; con il sostegno di Treccani Retiedulia-dal sapere TreccaniTreccani Accademia. Media partner: Rai Cultura e Rai Radio 3.

Info e programma

www.festivaltreccanidellalinguaitaliana.it  

www.treccani.it/cultura