Barzanò, arte tessile alla Canonica di San Salvatore: il primo appuntamento

Opera d'arte di Isa Borroni

Il Comune di Barzanò, Commissione Cultura, inaugura una stagione di tre mostre all’interno della Canonica di San Salvatore. Un evento che si pone l’obiettivo di portare, a rotazione ogni anno, artisti e fotografi rappresentativi delle più svariate espressioni. Per questa prima edizione, sono state invitate tre artiste tessili, con altrettanti appuntamenti, naturale continuazione di Yarn Bombing Barzanò, il festival della fiber art a uncinetto e maglia appena concluso.

Volano gli stracci

La prima mostra si apre oggi alle ore 17.00, con il titolo Volano gli stracci, di Isa Borroni. Ecco la descrizione della mostra:«Quando per problematiche ambientali diventa opportuno riciclare, artisticamente si può fare molto di più del semplice riutilizzo dei materiali di scarto e non necessariamente all’utile si contrapporrà l’inutile, il semplice gioco ironico o decorativo. Quando “volano gli stracci” perché tanti sono i problemi sociali e ambientali venuti al pettine, ecco che con gli stracci si può volare oltre. Gli stracci possono servire a rimettere in circolazione le Madonne del latte, scomparse dalle chiese dopo il 1400, possono servire a riattivare i “vissuti” di certi vecchi abbigliamenti e accessori, possono portare ad una nuova percezione dei materiali stessi. Tutto questo lavoro sarà connotato in modo molto particolare se l’artista è donna. Sarà segnato da un occhio, da una mano, da strumenti e accessori molto particolari, molto femminili. Sarà un riciclo al femminile, non per limitatezza di approccio , ma per necessità e possibilità di nuovi sensi e significati»

Isa Borroni è nata nel 1951. Un po’ sarta, geometra, disegnatrice, filosofa, amante dell’arte, ma non propriamente artista. Da circa un decennio si concede la libertà di fare artisticamente. Sia con il riciclo che con grandi installazioni  a tema sociale ricerca forme e contenuti inconsueti.  Sfrutta tecniche acquisite da consuetudini femminili e lavorative per esprimere riflessioni filosofiche e sociali, piuttosto che individuali, e un particolare  amore per il valore in sé del materiale, soprattutto quello di scarto.